Dal primo febbraio è entrato in
vigore il nuovo contratto delle telecomunicazioni firmato dalle
aziende dei call center riunite in Assocontact, che in Puglia
coinvolge circa 5mila addetti. Un contratto, spiegano Slc Cgil,
Fistel Cisl e Ugl Tlc "capestro e peggiorativo delle condizioni
dei dipendenti". Per questo oggi le tre sigle sindacali sono
scese in piazza, a Bari, ottenendo un incontro con il prefetto,
Francesco Russo. Il timore è che il nuovo accordo rappresenti
"una forma di dumping nel settore", dicono, "e che possa
allargarsi anche ad altre aziende".
"Manifestiamo la preoccupazione che 5mila famiglie pugliesi
possano trovarsi con un contratto imposto - conferma Andrea
Lumino, segretario generale della Slc Cgil Puglia - al di sotto
della soglia di povertà. Un domani potrebbe estendersi ai
lavoratori di tutto il settore". Per Oronzo Moraglia, segretario
generale della Fistel Cisl Puglia, "il nuovo contratto coinvolge
la maggior parte dei lavoratori di Network Contact, che ha sede
a Molfetta (Bari) e a Taranto, e circa 200 di Mediatica a Lecce.
Abbiamo paura che possa costituire un elemento di dumping per
tutto il settore perché, essendo rinnovato ex novo, non
riconosce tutta l'inflazione degli anni precedenti".
Il nuovo contratto prevede un aumento salariale di sette euro
al mese, la richiesta dei sindacati, evidenzia Moraglia "è in
media di 160 euro". Il nuovo contratto, in vigore dal primo
febbraio, non può essere applicato senza l'accordo individuale
con i lavoratori. Di qui l'invito a "non accettare questo
ricatto, perché è un contratto della vergogna", dice Moraglia.
Dello stesso avviso è Marcello Fazio, segretario generale di Ugl
Puglia, per il quale "nel mercato dei call center un gruppo di
aziende che si riconosce in Assocontact ha firmato un contratto
con un'organizzazione sindacale non rappresentativa".
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