"Con l'intervento sugli impianti e
l'aumento dei livelli produttivi siamo riusciti a recuperare il
95% dei clienti storici di Ilva, oggi Adi in as. Per i prossimi
tre mesi abbiamo un portafoglio ordini di 740mila tonnellate ad
un prezzo medio di 638 euro per tonnellata. Poi ci sono i
contratti indicizzati di un milione di tonnellate da qui a fine
anno per un valore stimato di 650 milioni. Abbiamo riassorbito
tutti i ritardi accumulati incidendo sulla qualità del prodotto
e aumentando l'affidabilità della società". Lo ha detto
Giancarlo Quaranta, uno dei tre commissari di Acciaierie
d'Italia in amministrazione straordinaria, durante le audizioni
in Commissione Industria del Senato sul dl 3/2025 che riguarda
la continuità produttiva e occupazionale dell'ex Ilva.
Quaranta ha spiegato che quando si è insediata la terna
commissariale (gli altri due commissari sono Giovanni Fiori e
Davide Tabarelli) "nello stabilimento di Taranto, da cui
dipendono gli altri siti, la produzione nel bimestre era di
280mila tonnellate, ovvero 4mila tonnellate al giorno, e c'era
un solo altoforno in marcia. Una situazione critica anche in
relazione al numero di giorni di autonomia delle materie prime,
appena quattro, per cui poi avremmo dovuto procedere alla
fermata dell'unico altoforno in marcia. Abbiamo portato i
livelli produttivi - ha aggiunto - a circa 5mila tonnellate al
giorno, procedendo con le attività necessarie per l'avvio del
secondo altoforno e altri impianti. In tal modo è stato
possibile arrivare a 9mila tonnellate al giorno di ghisa che
corrispondono a 9500 tonnellate di acciaio".
"Abbiamo potuto consegnare ai nostri clienti circa 2 milioni
di tonnellate nel 2024 - ha puntualizzato il commissario - e con
l'assicurazione delle risorse economiche possiamo rendere
costante l'acquisto delle materie prime e portare il livello
produttivo tra 3,6 e 4 milioni di tonnellate nel 2025".
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