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Ex tombaroli a lavoro in siti archeologici nel nord Barese

Ex tombaroli a lavoro in siti archeologici nel nord Barese

Potranno svolgere lavori socialmente utili per riscattarsi

TRANI, 14 febbraio 2025, 12:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Consentire a chi abbia compiuto atti predatori a danno dell'archeologia, e sia stato condannato a una sanzione o a svolgere lavori di pubblica utilità, di operare nei siti archeologici di Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani), occupandosi di manutenzione dei siti, accoglienza dei visitatori, collaborazione alle attività di educazione e informazione. Sono gli obiettivi del protocollo triennale rinnovato da Fondazione archeologica canosina (Fac) e Tribunale di Trani. Il documento, composto da otto articoli, offre questa possibilità a sei persone che così potranno lavorare dal lunedì al venerdì. Coinvolto anche un ex tombarolo con l'obiettivo di fornirgli una nuova opportunità con i beni archeologici.
    "Due anni fa - ha raccontato a margine del rinnovo dell'intesa il capo della Procura di Trani, Renato Nitti - quando in un convegno a Canosa cominciamo ad affrontare il problema c'era chi sorrideva di questa possibilità aperta anche ai predatori, ai tombaroli. Ma il protocollo vuole proprio recuperare queste persone affinché possano ricucire quello strappo, quella lacerazione che la depredazione del patrimonio culturale in qualche modo ha comportato". "È un momento propulsivo nella gestione del patrimonio culturale ed è anche un momento di riscatto", ha aggiunto.
    "Chi lavora con noi - ha evidenziato il presidente della Fondazione archeologica canosina, Sergio Fontana - si è dedicato all'apertura dei siti, del giardinaggio e di tutta una serie di attività che hanno reso fruibili i nostri siti: ci hanno dato una mano e hanno dato una mano a loro stessi". "Il loro impiego - ha concluso - non è costato allo Stato. Le esperienze positive che abbiamo ci lasciano intendere di essere assolutamente sulla strada giusta".
   

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