Solventi, vernici, apparecchiature
elettroniche, scarti dell'attività edile e carcasse di veicoli
di vario tipo stipati in aree trasformate in discariche
illecite. In tre sono indagati dalla guardia di finanza di Bari
nell'ambito delle attività di contrasto alle attività illecite
ai danni dell'ambiente. I tre sono residenti nel capoluogo
pugliese, uno all'epoca dei fatti era titolare di quattro
capannoni della zona industriale della città finiti sotto
sequestro assieme a una villa che si trova sul lungomare in cui,
per diverso tempo, sarebbero state sistemate complessivamente
16mila tonnellate di rifiuti di vario genere tra cui anche
speciali.
A carico degli indagati, denunciati per abbandono di
rifiuti, sono state accertate violazioni amministrative per un
totale di oltre due milioni di euro: si tratterebbe della
cosiddetta ecotassa mai versata. Gli accertamenti dei finanzieri
si sono basati anche sulle immagini satellitari e sui fotogrammi
acquisiti dagli elicotteri negli ultimi due anni e si sono
avvalsi anche della collaborazione con l'Arpa Puglia, l'Agenzia
regionale per la protezione ambientale. "Il costante presidio
del litorale costiero e delle acque di garantisce una decisa
azione di prevenzione e contrasto degli illeciti perpetrati,
rendendo possibile la salvaguardia delle risorse ambientali,
della salute pubblica e dell'economia sana del territorio",
spiega la guardia di finanza in una nota.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA