Un duetto di pace al Festival di
Sanremo: la cantante israeliana Noa e la palestinese Mira Awad
lo porteranno all'Ariston, durante la prima serata di martedì 11
febbraio, sulle note di Imagine di John Lennon.
"Non abbiamo riscritto Imagine, l'abbiamo solo tradotta: la
prima strofa in ebraico, la seconda in arabo, poi canteremo in
inglese e inseriremo alcune parti in italiano nel mezzo. Mi
piace molto la parte del testo che dice "No religion", perché la
religione è una cosa positiva, ma non quando diventa violenta,
razzista o quando dà alle persone la licenza di uccidere. Come
diremmo noi, la religione dovrebbe essere amore, inclusione e
rispetto. Quindi sì, penso che dobbiamo andare avanti tutti con
questi concetti: Paesi, religioni… dobbiamo essere tutti uno",
ha spiegato Noa, ospite con Mira Awad sul Radio Truck di Rtl
102.5 a Sanremo. "La strofa che preferisco è quella in cui ci si
chiede perché dobbiamo avere dei Paesi. I Paesi sono
un'invenzione dell'uomo, e penso che possiamo reinventare questo
modello, che non sempre funziona", ha aggiunto Mira Awad.
La loro collaborazione, hanno spiegato, "è nata nel 2000, 25
anni fa. Abbiamo rappresentato Israele all'Eurovision Song
Contest nel 2009, ed è stata un'esperienza importante. Abbiamo
un legame molto profondo. Devo dire, però, che purtroppo ogni
volta che facciamo un grande evento insieme c'è una guerra in
corso. All'Eurovision è successa la stessa cosa: c'era violenza
tra israeliani e palestinesi. Noi rispondiamo sempre che il
nostro lavoro non è riportare la realtà, quello lo fanno i
media. Il nostro compito, come artisti, è creare la realtà o
almeno immaginarla, quella che vorremmo vedere", ha detto Noa.
Mentre per Mira questa è la prima volta a Sanremo, Noa torna
al Festival a 30 anni esatti dalla sua prima partecipazione, nel
1995, come ospite internazionale. Ha partecipato anche nel 2006
vincendo il Premio della Critica.
L'esibizione al festival anticipa l'uscita del nuovo album di
Noa, The Giver. "In generale, questo album parla di donare, di
valori, di amore. Lo sento pieno di energia positiva e di
umanità, perché viviamo in un mondo dominato dalla tecnologia e
dai robot, e io voglio mostrare la bellezza dell'umanità
attraverso la musica. Viviamo in Israele, e il 7 ottobre è
stato un evento enorme e terribile. Dopo quella data, ho scritto
alcune canzoni con il grande pianista Ruslan Sirota, vincitore
di un Grammy, un talento straordinario. Questo album è davvero
pieno di umanità". Inoltre a settembre l'artista lancerà
Reimagine: "A settembre, a Firenze, abbiamo in mente di
organizzare un festival che si chiamerà Reimagine, per
immaginare qualcosa di nuovo. Saranno tre giorni di musica, e ci
saranno anche altri artisti oltre a me. Sto cercando artisti
interessanti anche qui a Sanremo. Oltre ai concerti, ci saranno
anche relatori, e vogliamo presentare un'organizzazione che
lavora per cause importanti, per mostrare al pubblico italiano
che c'è speranza, che ci sono persone che si impegnano per un
futuro migliore. Ci sarà anche Mira con noi, non so ancora se
nel primo o nel secondo weekend di settembre".
Mira, invece, sta lanciando Artivista, un connubio tra arte e
attivismo: "Da tempo sognavo di creare una residenza per artisti
che siano anche attivisti. Quest'anno è successo per la prima
volta, ed è una cosa di cui sono molto orgogliosa. Portare
persone da tutte le parti del conflitto in una stessa stanza,
allontanarle dalla guerra e dare loro la possibilità di
conoscersi, ascoltare le loro storie e collaborare attraverso
l'arte è un obiettivo che sento profondamente".
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