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Frassica: 'All'Ariston sarò una motocicletta senza patente'

Frassica: 'All'Ariston sarò una motocicletta senza patente'

"La mia comicità contro i luoghi comuni". Poi Festivallo su Rai2

ROMA, 08 febbraio 2025, 15:34

di Angela Majoli

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "All'Ariston sarò una motocicletta senza patente": il sorriso sornione, la vena comica surreale, Nino Frassica torna a Sanremo, co-conduttore della seconda serata di mercoledì 12 febbraio, con Bianca Balti e Cristiano Malgioglio. Su quel palco è già stato "sette o otto volte", dal primo Dopofestival con Pippo Baudo nel 1992 a sketch e promozioni, lasciando il segno nel 2016 - sempre con Carlo Conti - con A Mare Si Gioca, un monologo sui migranti: "Era un pezzo molto bello, intenso, ma subito prima feci un'intervista doppia divertente con Gabriel Garko. Stavolta sarà diverso: vado lì in veste istituzionale, sarò elegante, mi immedesimerò nel ruolo di conduttore, ma - ridacchia - lo farò a modo mio. Certo non sarà una presentazione classica... Per il resto il festival è una macchina che funziona perfettamente".

    Con Conti "c'è un grande affiatamento, è sempre stato a contatto con i comici, è una spalla perfetta, si diverte", spiega Frassica in una conversazione con l'ANSA. "Per ora ci siamo incontrati soltanto al servizio fotografico ufficiale, la scaletta non è pronta". E in un festival senza monologhi "cercherò, senza strafare, di trasformare in comicità la normalità. Il mio compito sarà far ridere con le mie armi: non vi aspettate cappelli alla Malgioglio né sketch, sarò il 'bravo presentatore', ma personalizzerò la conduzione e probabilmente stupirò con quello che dico", promette.

    Far ridere è sempre più difficile? "Gli argomenti - è l'analisi di Frassica - sono sempre gli stessi, noi comici siamo in tanti... Ma avendo scelto la linea del surreale non ho da preoccuparmi, rovino l'italiano, destrutturo la logica, vado avanti con le mie caratteristiche: non ho il problema della mancanza di argomenti, non mi servono". La sua cifra, spiega, "è la ribellione alle frasi fatte, ai luoghi comuni, all'italiano corretto", fin dai tempi di frate Antonino da Scasazza, storico personaggio di Quelli della Notte di Renzo Arbore: "Non ho mai cambiato personaggio, indosso un costume diverso ma resto lo stesso". A divertirlo "è soprattutto la comicità involontaria, da candid camera. In genere dai comici so cosa aspettarmi, ma c'è ancora qualcuno che mi meraviglia".

    Quanto al gossip che ha movimentato la vigilia del festival, "è inevitabile: con trenta cantanti, è chiaro che ci scappa un Fedez...", ironizza. "E poi ci sono i giornali che vanno a beccare più il gossip che il musicista, l'arte vera. Ma è tutto un gioco, alla fine sono solo canzonette, Sanremo è musica e divertimento. Se poi capita il messaggio, ben venga, ma tutta la televisione, in fondo, è una finestra aperta: l'importante è che l'impegno spetti al competente, non al qualunquista. Ogni tanto ci sono i qualunquisti, e questo vale zero".

    Un discorso che può allargarsi anche ai social. "Mentre chi va in tv è stato provinato, selezionato, ha avuto una patente, i social sono una porta aperta e quindi una giungla, tutti hanno diritto alla parola e questo va anche bene, ma viene meno il principio della competenza, c'è grande qualunquismo e frustrazione. Il mondo delle illusioni si è allargato ancora di più: basta un like per sentirsi un cantante, un'imitazione condivisa su Facebook per pensare di essere Crozza. Per fortuna si può scegliere: la rete è un immenso juke box, un archivio sterminato in cui abbiamo tutto a disposizione".

    Con Arbore il legame è sempre stretto ("prima ci vedevamo di più, ora ci sentiamo soprattutto al telefono"), con Fabio Fazio al Tavolo di Che tempo che fa si è creata una nuova alchimia: "Siamo in una barca che cammina bene, siamo a posto", sottolinea l'attore messinese, classe 1950, alle spalle diverse interpretazioni al cinema, da Oldoini all'ultimo Pieraccioni, Pare Parecchio Parigi, tanta tv, da Markette con Piero Chiambretti al Cantante mascherato con Milly Carlucci, e fiction. A giugno tornerà sul set di Don Matteo, edizione numero 15, nei panni del maresciallo Nino Cecchini, con il suo mix di ironia, goffaggine e altruismo: "Dopo 250 e passa episodi, chi lo conosce meglio di me? L'ho cresciuto, l'ho costruito su di me, è invecchiato con me, sono io".

   Intanto è impegnato nella promozione del suo libro, Piero di Essere Piero, una galleria di varia umanità: "Nella scrittura ho assaporato la vera liberà. In tv i testi li scrivo io, ma qualche condizionamento c'è, devi fare i conti con il regista, il produttore, la Rai, il pubblico... Da Mondadori ho avuto carta bianca, che più bianca non si può". A fine aprile sarà su in seconda serata su Rai2 alla guida di Festivallo, un programma di musica e comicità che avrà come protagonisti i brani di Sanremo: obiettivo, eleggere la canzone regina fra tutte le edizioni: "Lì la direzione artistica sarà mia, farò quello che mi pare e piace". 
   

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