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E' morto Gian Marco Moratti

E' morto Gian Marco Moratti

Numero uno della Saras, la raffineria di Sarroch

MILANO, 26 febbraio 2018, 13:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' morto nella notte Gian Marco Moratti, numero uno della Saras, azienda petrolifera di famiglia. L'imprenditore è scomparso all'età di 81 anni per una malattia. Gian Marco era fratello di Massimo Moratti ex presidente dell'Inter.

Gian Marco Moratti era nato a Genova il 29 novembre 1936. Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Catania. Due matrimoni e quattro figli Angelo e Francesca, avuti da Lina Sotis, e Gilda e Gabriele, nati dalle seconde nozze con Letizia Brichetto Moratti. E' stato anche presidente dell'Unione Petrolifera, componente del Comitato Ministeriale per l'Industria, del Comitato Interministeriale per il Coordinamento dell'Emergenza Energetica e anche nel Comitato Nazionale di Coordinamento Contro l'Abuso di Droghe. Gian Marco Moratti è stato anche nei consigli del Corriere della Sera, della Bnl e dell'Inter e presidente di Norman Kraig & Kummel Italiana.

Tristezza a Sarroch, la cittadina a venti chilometri da Cagliari che ospita gli stabilimenti della Saras, la società fondata nel 1962 da Angelo Moratti. La notizia della morte di Gian Marco Moratti si è diffusa subito tra i lavoratori e in queste ore negli uffici e tra gli operai non si parla d'altro. Tutti erano a conoscenza delle non buone condizioni di salute dell'imprenditore: era da diversi mesi che Gian Marco Moratti non si faceva vedere in azienda. Un rapporto molto stretto con la Sardegna il suo. Impossibile non notare, per chi da Cagliari va verso le spiagge di Nora, Santa Margherita e Chia, la cittadella industriale al lato della strada che porta al mare. La Saras è la prima società dell'isola per fatturato. Dei circa 1.930 dipendenti del gruppo, 1.410 sono proprio in Sardegna tra Sarroch, parco eolico di Ulassai e Macchiareddu.

SARAS, LA SCHEDA. Saras è la società petrolifera di cui Gian Marco Moratti era presidente. Fondata nel 1962 dal padre Angelo, è controllata da Gian Marco e dal fratello Massimo attraverso due società in accomandita che detengono poco più del 25% del capitale e che sono legate da un patto di sindacato che la rende non scalabile. Quotata in Borsa dal 2006, Saras capitalizza circa 1,7 miliardi di euro e dà lavoro a circa 2 mila dipendenti. Il suo core business è nella raffinazione, svolta dall'impianto di Sarroch, in Sardegna, uno dei più grandi del Mediterraneo, con una capacità produttiva di circa 300 mila barili al giorno, ma nel corso degli anni duemila ha diversificato avviando un impianto di gasificazione a ciclo combinato per convertire i residui della raffinazione e un parco eolico a Ulassai (Nuoro). Nel 2014 ha rilevato da Versalis, gran parte del complesso petrolchimico a Sarroch. Il gruppo svolge anche attività di marketing in Italia e Spagna con la vendita all'ingrosso di prodotti petroliferi e dispone di una rete di circa 100 stazioni di servizio nel sud della Spagna. Nel 2013 il colosso petrolifero russo Rosneft aveva rilevato, in accordo con la famiglia, una quota del 21%. L'alleanza, che doveva avere il suo perno in una joint-venture per la lavorazione e vendita di petrolio e derivati, è stata chiusa nel 2016, a causa delle sanzioni contro la Russia che hanno impedito di portare avanti i progetti comuni. La quotazione di Saras risale al 2006 e non è un ricordo felice per quei risparmiatori che acquistarono le azioni. All'esordio in Borsa i titoli crollarono dell'11%, imboccando una parabola discendente che impedì di rivedere, se non lontanamente, i 6 euro dell'ipo. Sull'operazione accese un faro anche la Procura di Milano che indagò diversi banchieri coinvolti nella quotazione, salvo poi archiviare. Nel Cda di Saras, che scade il prossimo aprile, siedono diversi componenti della famiglia Moratti: oltre a Gian Marco e Massimo (che ricopre l'incarico di amministratore delegato), i figli del primo, Angelo (vicepresidente) e Gabriele, e quelli del secondo, Angelomario e Giovanni Emanuele. Saras ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con un utile di 109,4 milioni e un ebitda di 303 milioni. Il prossimo 1 marzo il cda approverà il bilancio e il nuovo piano industriale.

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