La doppia preferenza di genere è legge, come pure l'obbligo per i partiti di candidare il 50% di donne nelle proprie liste, eppure la politica non se ne è accorta. E' la posizione dell'associazione Coordinamento3-Donne di Sardegna che, a meno di cinque mesi dalle elezioni regionali, lancia un appello: "pretendiamo che le segreterie dei partiti delle coalizioni che si stanno formando prendano atto che in Sardegna è in atto una vera rivoluzione elettorale - ha dichiarato la presidente Carmina Conte - da settimane assistiamo a una sorta di balletto di incontri dove i protagonisti sono sempre e solo uomini". Tradotto: le donne restano fuori da tutte le trattative.
Non solo: "I nomi che si fanno per la presidenza della Regione sono quasi sempre tutti al maschile - aggiunge Conte - ogni tanto esce fuori qualche nome di donna che però viene subito messo da parte. E' ora di dire basta". E' stato ricordato che 70 anni fa nel primo Consiglio regionale furono elette solo donne, nel 2014 invece solo quattro. In settant'anni son passate dai banchi del Consiglio regionale solo 61 donne su un totale di 550 consiglieri.
Carla Puligheddu (Psd'Az) ha ricordato lo slogan "in occasione delle regionali, '#2019ledonnedellaSardegna", perché succederà che a febbraio sarà eletto un numero di donne importante". La sindaca di Pula Carla Medau ha invitato a "puntare l'attenzione sulle candidature femminili e sulla straordinaria opportunità che ha la Sardegna di misurarsi con la doppia preferenza". La sindaca di Sestu Paola Secci (Rif.) ha auspicato che "i partiti mettano finalmente da parte il solito modo di fare politica", e ha invitato le donne "ad avere più coraggio e a candidarsi"., Simona Corongiu (Autodetrminatzione) ha sottolineato l'importanza di "politiche a sostegno della famiglia che più donne negli organi decisionali potrebbero favorire". Per Bruna Biondo ("Se non ora quando"), "le donne sarde devono puntare su una scommessa: far diventare la Sardegna un paese per donne". Luisa Marilotti della segreteria organizzativa, infine, ha sottolineato "la resistenza che i partiti frappongono all'ingresso delle donne in politica".
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