di Maria Grazia Marilotti
Lo dicono i pescivendoli: i cagliaritani a Natale si coccolano con sfiziosità e non necessariamente della tradizione, e il menù a base di mare è ben gradito. Diversamente da Pasqua, dove l'agnello è quasi d'obbligo. Dalle voci raccolte davanti ai banconi dei mercati cittadini vengono fuori portate per il pranzo o la cena natalizia a base di bavette all'astice o granseola, gamberoni del golfo con seppie o anguille arrosto. E prima ancora salmone, tartine di caviale, o storione, per risparmiare. Ancora insalata di polpo e radicchio, alici marinate e, naturalmente il più classico degli antipasti sardi riproposto da un capo all'altro dell'Isola: olive, salsiccia secca e pecorino.
Stefania Serra, operatrice turistica, ha pronto il menù per il 24 notte: bocconi, carpaccio di spada rucola e pomodorini; scampetti olio, limone e una grattugiata di buccia di limone bio; due mini porzioni di primi: paccheri con granseola e sformatino di zucchine al gratin, funghi, patate e speck. "Non può mancare - confessa - un assaggio di maialetto servito con foglie di mirto, giusto per richiamare la tradizione". A Oristano Antonella Orrù, imprenditrice, punta sulle eccellenze enogastronomiche del territorio. "Bottarga di Cabras coi carciofi crudi e un filo di olio extravergine di nostra produzione - racconta - panadas di carne di vitella, maiale, carciofi, piselli, olive e pomodoro secco, secondo la ricetta di Cuglieri. Poi lorighittas, pasta tipica di Morgongiori, con astice, e capretto col carciofo spinoso sardo. Gli amaretti saranno accompagnati da una vernaccia invecchiata".
A Nuoro Romilda Filigheddu, imprenditrice, svela alcune portate. "Dopo l'antipasto 'sardo' ervirò i malloreddus con ragù di cinghiale. Il pranzo termina con le sebadas al miele". Paolo Carboni, operatore turistico di Aggius, alla tradizionale zuppa gallurese aggiunge gnocchetti al sugo di carne di agnello e formaggio. "Per il secondo - annuncia - punto su agnello in umido col carciofo spinoso della bassa valle del Coghinas". Nel Sulcis, a Nuxis, in quasi tutte le tavole ci sarà il cinghiale arrosto o bollito. Col brodo si condisce la minestra di fregula o pastina. Parole chiave stagionalità e Km0: antipasti a base di carciofi e bottarga, cardi sott'olio. "Farà bella figura una frittura di funghi che abbondano nell' immenso bosco di lecci - spiega Manuele Fanutza, chef e titolare del ristoranta Letizia - e poi saranno in tavola tanti prodotti del sottobosco: mirto, corbezzolo per la marmellata che accompagna il pecorino, cisto e lentisco per affumicare le carni".
È tradizione invece a Sassari portare a tavola Li Giggioni, gnocchetti di farina fatti in casa, con sugo di salsiccia. Non è rara Mineshtra 'e Fasgioru, con fagioli, patate, lardo, finocchietto selvatico e pomodori secchi. Vanno per la maggiore porcettino arrosto o cordula alla Sassarese. "Preparerò i moscardini, cucinati con sugo piccante, con salsa di pomodoro, aglio, prezzemolo, peperoncino - racconta Roberto Tola, musicista e una passione per i fornelli - poi tante verdure e un altro piatto tipico, le favette a Ribisari: aglio, olio, prezzemolo e peperoncino. Per chiudere in dolcezza papassini e tiriccas, casciaddini, formagelle al formaggio o ricotta e uva passa da bere con il Moscatello. Il pranzo, o la cena, si chiudono con frutta secca, mandarini locali, canti, e poi, incalza il musicista: "ajò femmu cionfra, ovvero, il piacere tutto sassarese di stare assieme e gustare in allegria tanto ben di Dio, sperando in tempi migliori".
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