"L'inflazione taglia il potere di acquisto dei redditi e quindi sta nelle cose la riduzione del saggio di crescita. Il problema non è fare la diagnosi, che a questo punto conosciamo bene, il problema è trovare una terapia e questo è un po' più difficile". È il quadro della situazione economica italiana delineato dal presidente della Consob, Paolo Savona, a margine della prima giornata della Scuola estiva di economia organizzata dall'Università di Cagliari, diretta da Riccardo De Lisa e Giuseppe Boccuzzi, che si concentra sui "Rischi, regolamentazione e stabilità finanziaria. Accademia e operatori a confronto".
"Oggi c'è lo scontro tra chi dice che la politica monetaria deve porre rimedio all'inflazione a costo di un ulteriore recessione - ha spiegato il professore ai cronisti -, gli altri dicono: proviamo a uscirne dall'alto, con una maggiore produzione, che significa la realizzazione più o meno rapida del Pnrr, cioè quello che gli economisti chiamano impulso esogeno".
Il problema dei progetti finanziati dal piano nazionale di ripresa e resilienza riguarda, per Savona, "il sovraccarico delle leggi e i vincoli dell'organizzazione burocratica dello Stato che rallentano". "La terapia - ha precisato il presidente Consob - è intervenire sui tempi di realizzazione delle opere pubbliche". "Non è che mancano le risorse - insiste - ma serve lo stimolo per realizzarle, altrimenti uno strumento per aiutare i Paesi e le regioni dell'Europa, diventa motivo di critica per incapacità di spendere i soldi".
"Non so dire se ci saranno rialzi dei tassi - ha sottolineato a proposito dell'andamento della situazione nel prossimo futuro - le banche centrali guardano le statistiche e decidono in base ai punti di inflazione, non si possono criticare, fanno il loro dovere, bisogna cercare di trovare le alternative".
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