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Borghetti, 'fortuna intermittente per La Gioconda di Ponchielli'

Borghetti, 'fortuna intermittente per La Gioconda di Ponchielli'

L'opera torna al Lirico di Cagliari dopo 69 anni

CAGLIARI, 31 gennaio 2025, 19:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Gioconda di Amilcare Ponchielli ritorna a Cagliari dopo 69 anni e, quarto titolo del cartellone del Teatro Lirico, va in scena dal 7 al 16 febbraio.
    Nel 1956 aveva inaugurato la stagione, in un gremito Anfiteatro Romano. "Una lunga assenza che accomuna i palcoscenici di tutta Italia", mette in evidenza il musicologo Vincenzo Borghetti nella sua presentazione al ridotto del Lirico, il teatro Carmen Melis.
    L'esperto, nella sua lectio, è partito proprio dal "rapporto intermittente che i teatri ebbero con l'opera per tutto il '900.
    Molto amata da pubblico e critica, poi a lungo assente, a Cagliari per circa 70 anni, e poi riportata in auge - ricostruisce Borghetti, docente all'Università di Verona - Sostenuta dal grande editore Ricordi, l'opera debuttò alla Scala nel 1876 per tornarvi con esito trionfale nel 1880 nella sua versione definitiva. Gioconda fu molto rappresentata, poi non torna più nel teatro che l'aveva vista nascere fino al 1997, e lo stesso più o meno si verificò in altri teatri".
    Un'opera che ha segnato anche il debutto, all'Arena di Verona nel 1947, di un mito come Maria Callas, ineguagliabile nel ruolo del titolo. "Fortuna e sfortuna di quest'opera è stata quella di venire presto incasellata in una categoria problematica - osserva Borghetti - I critici storsero il naso davanti a questo grand-opéra all'italiana, melodramma amatissimo dal pubblico, e per questo considerata, a torto o a ragione, un prodotto da grande industria. Ponchielli si pone il problema della modernità ma, alla luce di quanto venne dopo di lui, la sua sembrò troppo poco moderna, un bersaglio che l'autore voleva raggiungere senza riuscirci".
    Ponchielli, maestro di Puccini, a lui si ispirerà per la cura delle parti orchestrali e il profilo di alcuni personaggi, uno su tutti Scarpia. Borghetti parte dall'arte di Ponchielli nel saper maneggiare l'orchestra, per mettere in rilievo la lungimiranza del compositore. "La celebre danza delle ore, con la sua scrittura orchestrale magistrale, è un ballabile che ha raggiunto uno straordinario successo sinfonico - spiega il musicologo - Basti pensare che è stata scelta da Disney, in Fantasia, assieme a una carrellata di colonne portanti della musica classica che hanno accompagnato i loro cartoon cult - sottolinea - punta di diamante non solo dell'opera, che pure è disseminata di gioielli, spicca infatti tra gli intermezzi danzati del repertorio dell'800 italiano".
    Le note di modernità del capolavoro di Ponchielli emergono poi "nella partitura complessa, sontuosa e affascinante, caratterizzata da una grande mobilità di scrittura, dalla ricchezza timbrica, dall'intensità di un dramma affidato a sei personaggi principali che coprono tutti i registri vocali possibili. Ponchielli dimostra la sua straordinaria capacità di saper raccontare un dramma intensissimo attraverso la musica: Gioconda - chiarisce Borghetti - è una spettacolare macchina teatrale per un melodramma dai toni forti, coinvolgente ed emozionante. Fila dritta come una freccia e tiene incollati spettatrici e spettatori alle poltroncine, senza accorgersi del tempo che passa".
   

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