"Gli strappi sono altri, gli
strappi si consumano nel momento in cui ci sono delle divergenze
insanabili". Ha risposto così la presidente della Regione
Alessandra Todde ai giornalisti questa mattina prima della
seduta di celebrazione per Sa Die de sa Sardigna in Consiglio
regionale a proposito dello strappo con gli alleati del Pd sulla
nomina dei commissari straordinari delle aziende sanitarie
regionali nell'ultimo giorno utile.
"In realtà il tema è semplicemente una posizione diversa del
Partito Democratico - commenta la governatrice -. Io sono
costruttrice per definizione, sono anche un'anomalia da questo
punto di vista, per come è anche iniziata questa legislatura. E
proprio nel solco della costruzione e di tenere unita la
maggioranza, mi continuerò a muovere". Todde vuole gettare acqua
sul fuoco delle polemiche: "Credo che il fatto di avere vedute e
opinioni diverse non significa che ci possano essere dei
problemi insanabili su questo lavoro".
Sul motivo della scelta di procedere con le nomine anche
senza un accordo pieno con i Dem, Todde spiega: "Noi abbiamo
chiesto ai sardi di avere pazienza sulla legge Finanziaria per
portare avanti il testo sulla sanità e quindi sarebbe stato
bizzarro se fossimo stati noi a sforare il tempo dei 45 giorni
previsti nella legge appena approvata". Non solo, l'orientamento
del governo sull'impugnazione della legge ha fatto accelerare:
"Era importante dare un segnale di serietà sui tempi - chiarisce
-, ma anche relativamente alla predisposizione del governo di
un'eventuale impugnazione. Il mio dovere è mettere la Regione
nel miglior contesto giuridico possibile ed è proprio questo il
motivo che mi ha spinto a rispettare i tempi e cercare il
contributo di tutte le forze politiche".
"Il Pd ha discusso al suo interno la sua posizione e io lo
rispetto, spero che da oggi l'obiettivo sia costruire un
contesto sanitario partecipato anche da loro. Credo però che i
sardi meritassero un segnale di discontinuità", ha concluso.
"L'istruttoria che ha portato al commissariamento delle aziende sanitarie risulta imperfetta sotto il profilo giuridico, tecnico e politico, e rischia di costituire un rallentamento e un ostacolo all'attuazione della legge regionale 8/2025, anziché favorire il dispiegamento degli auspicati benefici effetti nei confronti della Sanità in Sardegna e, conseguentemente, della salute delle cittadine e dei cittadini". Lo scrive in una nota il Partito democratico che per evitare "ogni azione dilatoria, ovvero ostruzionistica", ha pertanto limitato l'espressione del proprio dissenso alla "mancata partecipazione alle scelte e alla conseguente sanzione formale di esse, tradottasi nella mancata partecipazione della propria delegazione alla riunione di Giunta appositamente convocata in data 27 aprile 2025". "Si apre ora una nuova fase della Sanità sarda, durante la quale, in attesa della cessazione dei commissariamenti, va adeguatamente predisposta una completa ed efficace riorganizzazione della sanità sarda - spiegano i dem nella nota firmata anche dal segretario e presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini oltre che dai tre assessori e dall'intero gruppo consiliare - A questa fase il Partito democratico intende dare, il proprio contributo, consapevole che il popolo sardo giudicherà l'intera Legislatura sulla base dei risultati che saranno conseguiti in materia di salute, e che il primo dovere delle Istituzioni democratiche è quello di servire con competenza e lealtà l'interesse pubblico e di conseguire il bene comune". Secondo il Pd, "le problematiche della sanità non possono limitarsi a una sostituzione dei direttori generali con dei commissari temporanei: serve la riorganizzazione del sistema territoriale anche con i medici di base, la revisione del sistema della formazione delle risorse umane e della funzione delle AOU, la ridiscussione del sistema di finanziamento delle ASL su base capitaria per evitare impropri spostamenti di bilancio, la selezione dei Direttori generali su base professionale, attraverso una commissione di alto profilo, l'impostazione di un nuovo modello di integrazione dell'assistenza sociale e sanitaria considerando l'aumento degli anziani non autosufficienti nei prossimi anni, in modo da garantire la tenuta economica e sociale di tutto il sistema, nell'interesse di tutta la Sardegna e con il coinvolgimento di maggioranza e opposizione per costruire su basi condivise il futuro".
Alleati preoccupati, Agus (Progr.) 'Serve cambio passo'
"Lo strappo all'interno della coalizione ci preoccupa e pensiamo che sia necessario dare subito un cambio di passo nei rapporti interni alla coalizione". Sono preoccupati i partiti della coalizione del campo largo alla guida della Regione per le tensioni tra la presidente Alessandra Todde e i vertici del Partito Democratico, all'indomani delle nomine dei commissari straordinari delle Asl. I Progressisti non nascondono l'insofferenza: "Occorre una convocazione sistematica delle forze politiche che compongono l'alleanza e occorre evitare, in sanità ma anche in tutti gli altri temi della politica sarda, di portare avanti decisioni che possono portare a ulteriori sfilacciamenti", sostiene il capogruppo Francesco Agus, parlando con i giornalisti a margine della seduta di celebrazione di Sa Die de sa Sardigna. "Abbiamo di fronte altri quattro anni di mandato e le sfide del futuro sono immensamente più importanti e anche più complicate di quelle appena affrontate", conclude. "Esiste uno strappo e siamo preoccupati - conferma la capogruppo di Avs Maria Laura Orrù -. Ovviamente è un periodo transitorio quindi sicuramente c'è tutto il tempo per recuperare e lo possiamo fare con l'intelligenza politica che il Partito Democratico e la presidente hanno sempre dimostrato". A ribadire la posizione del Pd è il segretario e presidente del Consiglio regionale Piero Comandini: "Da parte del Pd c'è sempre stata una dialettica per cercare di trovare le soluzioni migliori - ribadisce -. Lo abbiamo fatto anche su altri provvedimenti, facciamo parte di una coalizione estremamente composita dove ci sono diversi pensieri e proposte per la soluzione dei problemi. Per quanto riguarda i commissari, pur essendo estremamente d'accordo sulla necessità di un cambiamento, avevamo posizioni diverse, siamo di fronte a un provvedimento che è molto complesso anche per aspetti giuridici, per cui per noi era necessario soffermarsi un attimo di più". Ma per Comandini, che tenta di smorzare, "è una discussione che ci può permettere anche di affrontare meglio un tema delicato come la sanità". "Noi ci siamo candidati per governare cinque anni. Ne abbiamo appena passato un insieme difficile, ma siamo insieme per governare e risolvere i problemi dei sardi - conclude -. Non è uno strappo, non è una crisi, è una diversa dialettica su un problema complesso come la sanità".
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