L'assessore regionale alla sanità Ruggero Razza ha chiesto il giudizio immediato nell'inchiesta sul caso dei falsi dati Covid in Sicilia.
La notizia, pubblicata dal sito Live Sicilia, è stata confermata dal legale dell'assessore, l'avvocato Enrico Trantino.
Dopo aver ricevuto
la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Palermo,
Razza ha chiesto di saltare l'udienza preliminare e andare
direttamente a processo. Una richiesta analoga è stata avanzata
anche dall'ex dirigente del Dasoe, il Dipartimento regionale per
le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, Maria
Letizia Di Liberti, e dal direttore del Servizio 4 dello stesso
Dasoe, Mario Palermo. Il processo inizierà il prossimo 10
novembre e la Regione siciliana ha annunciato che si costituirà
parte civile contro l'assessore in carica, che ha votato a
favore della decisione.
Gli altri imputati sono Salvatore Cusimano, dipendente
dell'assessorato regionale all'Industria e nipote di Di Liberti,
chiamato a lavorare al suo fianco; Emilio Madonia, dipendente di
una società privata che si occupava della gestione del flusso
dei dati sul Covid; Roberto Gambino, dipendente dell'Asp di
Palermo e distaccato al Dasoe.
La vicenda fece scalpore per la frase sui morti da "spalmare"
pronunciata da Razza quando era intercettato. L'assessore si
scusò parlando di "frase infelice"; adesso viene confermato che
non c'era rilevanza penale in quelle affermazioni. Inoltre le
accuse iniziali sono state parzialmente ridimensionate.
L'inchiesta partita dalla Procura di Trapani, fu poi trasferta a
Palermo per competenza territoriale.
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