Per le anteprime della 55esima
stagione del Teatro Libero di Palermo, Mutamenti, il 15 ottobre
alle 21.15, andrà in scena Il grande inquisitore, spettacolo
tratto da Fedor Dostoevskij con la regia di Daniele Salvo,
interprete insieme a Melania Giglio e Daniele Ronco, una
produzione Fahrenheit 451 di Torino in collaborazione con Il
mulino ad arte.
Ne Il grande inquisitore, episodio dei Fratelli Karamazov,
Dostoevskij afferma il proprio pensiero filosofico-religioso: la
libertà dell'essere umano si basa su una fede senza dogmi e
miracoli, senza gerarchie e autorità, contrapposta alla dottrina
che in nome di un mandato superiore e indiscutibile sottrae agli
uomini la consapevolezza di sé e il libero arbitrio. La massima
sofferenza dell'uomo sta in questa contraddizione: vivere diviso
tra il desiderio di una tutela che lo sollevi dal tormento del
decidere e l'aspirazione alla libertà individuale. Egli opera
un vero e proprio sezionamento dell'animo umano, non ha paura di
affrontare le zone più oscure, i recessi più segreti, le
fragilità più assolute degli "uomini" che popolano le sue opere.
"Affrontare le sue parole a teatro significa obbligare
l'interprete a un lavoro serrato sull'emotività e sulla
presenza: non è possibile mentire, applicare cliché recitativi.
È necessario cercare una "verità" e una credibilità senza
filtri", afferma il regista.
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