In occasione del giorno della Memoria per le vittime della Shoah, sabato 27 gennaio alle ore 18 nella sala Perriera nei cantieri culturali della Zisa a Palermo, saranno eseguite musiche della tradizione ebraica. In scena lo Yankele Ensemble nato a Palermo nel 2015 per volontà di Luisa Hoffmann, che ha intrapreso un lavoro di ricerca della musica "concentrazionaria", scoprendo un variegato repertorio ricco tanto di accadimenti, appuntamenti storici e di "storie piccole". Con la vocalist si esibiranno Dario Compagna al clarinetto, Pierpaolo Petta alla fisarmonica e Michele Piccione alle percussioni, chitarra battente, percussioni e strumenti etnici.
Musica dei ghetti e campi di concentramento nazisti: un fragile e importante patrimonio che spazia dalla ninna nanna al Kabarett tedesco dei primi del '900, dal Lied alla musica colta alla canzone popolare, un repertorio che raramente viene eseguito in Italia.
"Un progetto promosso dal "Centro Evangelico di Cultura Giacomo Bonelli" che promuove la vita e la rinascita di un popolo in diaspora e anche gli incroci mediterranei, che sottolineano che la memoria è radice viva e decisiva per il futuro - spiega Hoffmann - Le canzoni appartenenti alla cultura yiddish, nei testi, mettono in risalto le contraddizioni della società, esaltano il paziente insegnamento della Torah, parlano di teneri amori, di promesse e giuramenti, di ricordi d'infanzia perduti nel tempo; sentimenti teneri e malinconici spesso sdrammatizzati da una leggera ironia. A questo si devono aggiungere incursioni nel mondo Klezmer e sefardita".
"A scuola mi chiedevano sempre perché il mio cognome è così strano. Quasi mi dava fastidio, ora però saprei rispondere come conviene. - osserva Luisa - Sono siciliana di origine ebraica, italiana mitteleuropea di educazione, berbera per vocazione, laica per scelta, cantante per fare almeno un po' di ordine.
Sono parte della mia Heimat, perché di mio ho solo le origini, che di per sé sono erranti, come un'ebrea che può sbagliare, ma che errando ritrova se stessa nel riflesso di una sacra pittura di Fiandra, avendo lo stesso naso di molti ritratti di Antonello da Messina".
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