Stili di vita agiati erano spesso
causa di varie patologie. L'influenza di diete troppo ricche
sulla salute di esponenti dell'aristocrazia è uno degli aspetti
che saranno approfonditi da uno studio sui resti del principe
Carlo Aragona Tagliavia, un importante personaggio storico
vissuto nel XVI secolo. Sulla sua figura e sul suo ruolo
politico e militare si parlerà domani a Castelvetrano (Tp). In
questa occasione sarà presentato anche il progetto di
un'indagine scientifica che sui corpi di Aragona Tagliava e di
due suoi familiari contenuti in un sarcofago monumentale sarà
condotto dal paleopatologo Gino Fornaciari dell'Università di
Pisa assieme alla storica della medicina Valentina Giuffra e con
la collaborazione di Dario Piombino-Mascali, antropologo
dell'Università di Vilnius ispettore onorario per il patrimonio
mummificato della Sicilia.
Si tratta di uno studio multidisciplinare che permetterà di
valutare il profilo biologico del principe e dei suoi familiari.
Ne metterà in evidenza anche le possibili malattie sofferte in
vita, che hanno lasciato traccia sullo scheletro. Le indagini
isotopiche metteranno in evidenza la tipologia di dieta mentre
lo studio del Dna potrà svelarne le relazioni parentali e
scoprire eventuali infezioni non tracciabili sullo scheletro.
Tutto ciò getterà luce sulla vita della nobiltà siciliana nella
prima età moderna. Altri studi hanno rivelato che proprio gli
stili alimentari delle classi agiate hanno causato patologie
come gotta, malattia di Forestier (turbe del metabolismo),
aterosclerosi e tumori.
Lo stesso gruppo guidato da Fornaciari ha già compiuto
ricerche analoghe sugli Aragonesi di Napoli e sui Medici di
Firenze riscontrando la presenza di patologie legate a stili
alimentari e di vita molto abbienti.
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