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In evidenza
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Temi caldi
(di Giovanni Franco)
"Per me la fotografia rappresenta
12 ore al giorno per almeno 35 anni della mia vita: abbastanza
preoccupante", disse una volta il fotoreporter Alex Majoli, 52
anni, originario di Ravenna, noto per i suoi reportage
realizzati nelle aree di conflitto internazionali. Dal 2001 è
membro effettivo della agenzia Magnum Photos e dal 2011 al 2014
ne ha ricoperto l'incarico di presidente. Cento delle sue
immagini, che raccontano storie raccolte nei più disparati
luoghi del mondo, saranno esposte dal 15 luglio nell'ex Convento
del Carmine a Modica nel Ragusano alle ore 19. La mostra
"Cronache" è organizzata dalla Fondazione Teatro Garibaldi, con
il patrocinio del Comune di Modica e della Regione Siciliana. In
primo piano l'umanità, filtrata e messa in risalto
dall'obiettivo del fotografo internazionale. La rassegna è
curata dal critico d'arte Paolo Nifosì e dal sovrintendente
Tonino Cannata.
Nelle sale si snoderanno alcuni tableaux, con alcuni scatti
singoli, e poi trittici, polittici, sequenze fotografiche con
uomini, donne, bambini, bambine, anziani fotografati nei vari
continenti, in varie nazioni, scatti realizzati nell'arco degli
ultimi trent'anni. "Ciò che emerge sono la sofferenza, la
pandemia, il dolore, i muri, i confini, i deboli, i poveri, gli
emarginati, la violenza, le guerre, le migrazioni, il potere, le
ideologie, le fedi, i popoli che subiscono", affermano i
curatori dell'iniziativa. Majoli scruta le persone e il loro
rapporto con il mondo, che nelle sue foto sono attori
protagonisti della teatralità dell'esistenza, in cui ciascuno
"recita" la propria parte.
"Un progetto di respiro internazionale. Majoli è oggi
considerato uno dei più grandi fotografi documentaristi al
mondo", dice Cannata. "Siamo lieti di ospitare questa mostra -
evidenzia Maria Monisteri, sindaco e presidente della fondazione
Teatro Garibaldi - Le immagini esposte ci raccontano storie e
temi di estrema attualità e ci invitano a riflettere anche sulla
quotidianità. Sarà l'evento artistico dell'estate nella nostra
città, per una mostra già attesa da tanti turisti, visitatori e
appassionati". Una continua ricerca, quella che fa Majoli. "Le
sue immagini sono di una realtà visiva aumentata" commenta
Nifosì. E aggiunge: "Per lui la fotografia e la vita sono la
stessa cosa. Il suo obiettivo fotografico è l'estensione della
sua umanità nel partecipare alla vita di quanti incontra e con i
quali dialoga".
La sua esperienza pluriennale di fotoreporter ha fatto sì
che Majoli intuisse la sottile barriera che vive tra la finzione
e la realtà dell'esistenza umana, idea già esplorata in
letteratura e filosofia da Pirandello a Debord. "Non esiste la
verità. I fotografi che producono immagini pensando di creare la
verità sono dei pazzi, loro stessi se la raccontano. Le
fotografie sono una serie di menzogne, ma interessanti", affermò
una volta il reporter.
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