''Io in quelle casette, le
Sae, collocate a ridosso della Salaria e su un terreno che era
alluvionale, stava 3-4 metri più basso e che per realizzare la
zona industriale hanno riempito di detriti rialzandolo, non ci
metterò piede''. Enzo Rendina non ha perso lo spirito
battagliero e anche da San Benedetto del Tronto, dove è ospitato
in un hotel, non tradisce la sua vocazione ambientalista. Oggi
il Tribunale di Ascoli Piceno gli ha revocato il divieto di
tornare ad Arquata del Tronto. ''Non sono potuto andare al
cimitero per il compleanno di mia madre e per la festa del papà;
ci tornerò ma per andare da loro, non per entrare in quelle
casette, dove si resterà per dieci anni. Io – spiega – ho sempre
detto che voglio stare a Borgo d'Arquata''. Poi lo sfogo:
''basta massacrare Pescara del Tronto, dopo anni di sbancamenti
della montagna, coi viadotti. La gente non voleva quell'
urbanizzazione nella zona industriale e proprio dopo il
terremoto ho ritrovato i documenti della petizione che feci a
suo tempo".
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