"Esemplare", "incrollabile",
"altruista". Sono le parole scelte dal questore della provincia
Barletta-Andria-Trani, Alfredo Fabbrocini, per ricordare il
poliziotto eroe Nicola Barbato, morto lo scorso 9 marzo a causa
di una malattia respiratoria. Barbato era in forza alla Squadra
mobile di Napoli quando nel 2015, durante un'operazione
antiracket nel quartiere Fuorigrotta, fu colpito alla schiena da
un camorrista e, a causa delle ferite riportate, fu costretto su
una sedia a rotelle.
"Il coraggio tenace dell'uomo di Stato, ancora più evidente
quando quel coraggio ha continuato a essere d'esempio su una
sedia a rotelle", ha evidenziato Fabbrocini che ieri ha
partecipato ai funerali di Barbato assieme al capo della polizia
Vittorio Pisani. Ricordando quanto Barbato gli diceva, ovvero
che "'si può vivere anche senza gambe'", il questore ha spiegato
che "non si può vivere senza quel coraggio che tu, Nicola, ci
hai trasmesso e a noi non lasci altra scelta che fare il
possibile per onorarlo ogni giorno".
"Nicola era un uomo della Squadra mobile di Napoli, l'ufficio
investigativo più grande d'Italia che ho avuto l'onore di vivere
e guidare per 4 anni - ha continuato il questore - nelle stanze
e nei corridoi di quell'ufficio, lo spirito indomito di Nicola è
sempre stato presente: vivo, incrollabile, esemplare" perché
"Nicola ricordava a noi tutti cosa significa essere uno sbirro
che non sopporta le ingiustizie, che non tollera i soprusi e che
non arretra anche se esserlo lo ha costretto su una sedia a
rotelle". Barbato era "la generosità silenziosa dell'uomo
giusto", ha concluso Fabbrocini.
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