L'incidente probatorio svolto ieri a Rimini avrebbe confermato le tesi della procura: le immagini dell'uomo che la sera dell'omicidio di Pierina Paganelli viene inquadrato da una telecamera di sicurezza di una farmacia, sarebbero sovrapponibili con quelle dell'unico indagato, Luis Dassilva.
Secondo quanto si apprende, sono queste le conclusioni ancora informali dell'esperimento svolto in via del Ciclamino. Dalle 15 fino a quasi le 22, ieri, il perito del Tribunale di Rimini, alla presenza dei consulenti delle parti, ha visionato le immagini della 'cam3' della farmacia San Martino, che la sera dell'omicidio ha ripreso il passaggio di una figura, davanti alla quale hanno "sfilato", Dassilva, unico indagato in carcere dal 16 luglio ed Emanuele Neri, residente nel condominio che si era riconosciuto nelle immagini della videocamera, grazie alle quali la procura ha accusato Dassilva.
Per questo il gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, aveva accolto la richiesta della procura di effettuare un incidente probatorio per dare un nome ad "ignoto1" e fugare ogni dubbio sul principale indizio in mano agli inquirenti. Da parte loro, gli investigatori continuano ad essere cauti ribadendo che il vero "obiettivo è la ricerca della verità". La sensazione generale è però che l'esperimento di ieri sia perfettamente riuscito. Per le conclusioni ufficiali bisognerà aspettare l'udienza del 28 aprile prossimo quando sarà depositata la relazione finale su cui vi sarà la discussione tra le parti.
Da registrare che ieri, durante l'incidente probatorio, è stata accolta un'integrazione proposta dalla difesa dell'indagato, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che chiede di considerare nelle analisi tecniche anche le immagini di cam3 che vanno dal 25 settembre al 12 ottobre. Resta però il dato importante per la Procura di Rimini (l'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Daniele Paci) che attraverso l'occhio elettronico della cam3 anche di notte è distinguibile la carnagione scura (nelle sue diverse tonalità) da quella chiara, motivo per cui Emanuele Neri sarebbe definitivamente da escludere.
"La nostra percezione - ha detto, invece, l'avvocato Monica Lunedei che difende i figli di Pierina - è che l'esperimento probatorio rafforza le basi dell'indagine, la tendenza è che ignoto 1 non è Neri per il chiarore della pelle. La sensazione netta è stata che l'indagato fosse sovrapponibile ad occhio nudo alla figura dell'ignoto. I prossimi studi ci daranno la certezza".
"Le sfumature della pelle sono distinguibili, questo è un dato certo", ha detto anche il consulente Davide Barzan che rappresenta con l'avvocato Nunzia Barzan, la nuora Manuela Bianchi. Di diverso tenore le dichiarazioni della difesa di Dassilva.
"Attendiamo l'elaborato peritale - scrivono gli avvocati Guidi e Fabbri - che dovrà rispondere se è possibile fare comparazioni, ed in caso positivo se queste comparazioni impattano con indagato o con il vicino di casa. I periti hanno richiesto 60 giorni, la soluzione quindi non è immediata. Tanto grande è la mole di dati da lavorare. Chiunque, pensando di guardare attraverso una vetrata un monitor a 5 metri di distanza, ritiene di avere risolto un dubbio che da mesi è oggetto di attente verifiche , sicuramente approccia in maniera inadeguata questo esperimento giudiziale".
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