Gli studenti tornano in piazza a
Torino, aderendo in centinaia allo sciopero nazionale indetto da
Usb Scuola. La maggior parte degli attivisti sono dei collettivi
studenteschi Cambiare rotta, Opposizione studentesca
d'alternativa, Assemblea studentesca e Fronte della gioventù
comunista. Il corteo è aperto da uno striscione su cui c'è
scritto: "Soldi alla formazione non alla guerra. No al riarmo
europeo. Palestina libera". C'è un manichino con una foto del
ministro Valditara con in testa un elmetto e un cartonato che
rappresenta un asino con la scritta "Bernini somara".
"Siamo qui per fermare il genocidio in Palestina, per fermare
il processo di aziendalizzazione delle scuole, ma anche perché è
sorto un nuovo problema che noi viviamo sia come figli di
lavoratori che come studenti, ovvero la nuova dinamica del
riarmo, che comunque è una retorica che il nostro governo, così
come praticamente tutti i governi europei, stanno portando
avanti e a cui noi chiaramente ci opponiamo", spiega Caterina
Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti
di Torino. "Mancano soldi alla scuola, le scuole crollano, gli
studenti vengono mandati in alternanza e come poche settimane fa
uno studente si è fatto male perché è rimasto incastrato in un
macchinario e quindi chiaramente - aggiunge -. Noi non possiamo
continuare a vivere queste condizioni, sapendo che la
prospettiva del governo è quella di investire sempre più in
armi".
Il corteo è partito poco dopo le 10.30 e una serie di mezzi
pubblici, avvisa l'azienda locale, Gtt, potrebbero subire
deviazioni o ritardi. Dalle 9 intanto è stata chiusa la stazione
della metropolitana di Porta Susa, mentre a Porta Nuova è stato
chiuso il collegamento tra la stazione ferroviaria e quella
della metropolitana, su richiesta delle autorità.
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