Ha chiesto aiuto ai vicini di casa
riferendo di un forte litigio tra i genitori e di aver visto il
padre allontanarsi dall'abitazione con tracce di sangue addosso:
è stato il figlio minorenne di Samia Bent Rejab Kedim, la donna
di 46 anni uccisa a coltellate ieri a Udine dall'ex marito,
Mohamed Naceur Saadi, 59 anni, a dare l'allarme. I vicini hanno
poi allertato le forze dell'ordine. E' quanto è stato spiegato
oggi a Udine, durante una conferenza stampa in Questura.
La squadra mobile ha trovato la donna già priva di vita poco
dopo le 11. "Sono stati applicati tutti gli strumenti di tutela
previsti dalla legge. A volte, nonostante tutto, non si riescono
a evitare queste tragedie", ha detto il procuratore di Udine,
Massimo Lia.
L'ex marito era stato condannato a 5 anni e 4 mesi per
maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale aggravata sull'ex
moglie e da febbraio 2025, dopo aver scontato un anno di
carcere, era ai domiciliari a Monfalcone (Gorizia) con
braccialetto elettronico destinato a chi si trova in detenzione
domiciliare. Aveva il permesso di uscire due volte a settimana
per esigenze personali - dalle 9 alle 11 - e in uno di quei
frangenti ha raggiunto Udine, è entrato nell'appartamento della
vittima uccidendola con diversi fendenti al volto e al corpo.
L'uomo è poi fuggito con la macchina della donna, morendo in uno
scontro con un camion cisterna a Basiliano. "Con qualunque
misura, se una persona intende far del male e ha deciso di
farlo, è molto difficile che qualunque strumento diverso dal
carcere possa diventare ostacolo assoluto", ha aggiunto Lia.
Il braccialetto elettronico che indossava Saadi "segnala
l'allontanamento dal domicilio solo se avviene oltre il tempo
autorizzato e solo in quel momento", alle 11, "si è attivato".
Diverso, ha aggiunto Lia, è il dispositivo previsto per il
divieto di avvicinamento, che monitora in tempo reale la
distanza tra autore di reato e vittima.
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