Stefano, quasi 60 anni, lavora in
banca e la moglie 50enne è impiegata in un Ente locale. Vengono
da Rimini e stamani erano in piazza San Pietro. In passato
avevano incontrato papa Francesco in un'udienza generale. "Siamo
riusciti a conoscerlo in quella circostanza e abbiamo capito che
era quasi un nonno, una persona paterna, una persona che ti
accoglieva. Guardandoti negli occhi è come se ti conoscesse da
sempre".
Solo a ricordare ad entrambi sgorgano le lacrime.
"Siamo particolarmente dispiaciuti - spiegano - perchè è una
notizia che ci ha colti di sorpresa. Ci eravamo augurati che la
sua ripresa, come era apparsa dalla televisione, consentisse di
accogliere gli 80mila giovani che sono qua per il Giubileo degli
adolescenti e non partecipare ai suoi funerali. Tra questi
giovani c'è anche nostra figlia che è partita con la Diocesi di
Rimini: sono in 350. Sarà per loro un momento di particolare
ricordo nella vita sia per l'incontro tra giovani ma soprattutto
per il ricordo speciale che il Santo Padre ha lasciato in loro:
il fatto che devono essere dei ragazzi che devono professare la
loro libertà, la loro gioia di vivere, il loro non arrendersi
mai. Come ha detto tante volte Papa Francesco: 'di non rimanere
seduti sui divani con i loro cellulare ma di essere ragazzi che
portano in giro il dono della gioia e la voglia di vivere".
Stefano è ancora più commosso della moglie e non riesce a
trattenersi quando parla di Papa Francesco: "La particolarità
era la sua semplicità ed in questo modo è difficile da trovare.
Aiutava gli ultimi e soprattutto è andato contro le regole della
Chiesa".
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