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Chalamet, Wonka giovane sognatore che non si arrende

Chalamet, Wonka giovane sognatore che non si arrende

Nel prequel dalla storia di Roald Dahl, in sala dal 14 dicembre

ROMA, 30 novembre 2023, 18:51

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

World Premiere of Wonka in London © ANSA/EPA

World Premiere of Wonka in London © ANSA/EPA
World Premiere of Wonka in London © ANSA/EPA

"Ogni cosa bella nel mondo inizia da un sogno. E' il messaggio del film che ho amato di più. Mi piace l'attitudine positiva e ottimista che ha il giovane Willy Wonka, lui non prende un no come risposta e non intende rinunciare ai suoi sogni. Non avrei mai immaginato di interpretare un progetto come questo, è stata una bellissima sfida". Lo dice nella conferenza stampa internazionale in remoto Timothée Chalamet, che dopo Gene Wilder nel cult del 1971 Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato firmato da Mel Stuart e Johnny Depp nel 2005 in La fabbrica di cioccolato di Tim Burton, adattamenti del classico di Roald Dahl, veste panni e cappello a cilindro del magico cioccolataio nel prequel della storia 'Wonka' di Paul King, uno dei film più attesi delle Feste, in arrivo il 14 dicembre con Warner Bros.
    Una nuova immersione ipercolorata tra musical fantasy, commedia e un tocco di dramedy (le prime reazioni dei critici Usa sono in gran parte positive, con lodi soprattutto agli interpreti) in fiumi di cioccolato e fantasie di zucchero (a crearle ci ha pensato Gabriella Cugno, giovane chef gallese con origini italiane da parte paterna), tra traumatici passati da elaborare, un presente difficile e nuovi ottimistici inizi. A scandirla un cast di primo piano che comprende la premio Oscar Olivia Colman, Hugh Grant in versione pestifero Umpa Lumpa (le mini creature devote al cacao create da Roald Dahl), Calah Lane, Sally Hawkins, Keegan-Michael Key, Rowan Atkinson, Paterson Joseph, Mathew Baynton.
    La "nostra storia è ambientata circa 25 anni prima di Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato - spiega il regista, coautore anche della sceneggiatura con Simon Farnaby - e il protagonista è un giovane uomo che fa i suoi primi passi nel mondo con grandi ideali. Essendo nell'universo di Roald Dahl, si ritrova in un mondo che non è positivo e accogliente come spererebbe, ma è convinto di poter cambiare le cose" . Il cineasta lo vede soprattutto "come un film sulla famiglia, dall'impronta che ti dà quella d'origine alla famiglia che ti crei lungo la strada". Chalamet (che ritroveremo nel 2024 anche come interprete di Dune - Parte 2 e più avanti nel ruolo di Bob Dylan in A complete unknown) era "intimidito dalla prospettiva di interpretare Willy Wonka, perché è un personaggio molto amato. Però già dopo aver letto le prime cinque pagine della sceneggiatura ho compreso quanto fosse brillante la storia di Paul su come Willy diventa il Wonka che conosciamo". Essere in un film come questo "ti dà un brivido". Poi vedendo quanto è divertente l'esperienza anche per i tuoi compagni di set "impari a lasciarti andare e godertela".
    Nella trama, in un passato non proprio definito ("direi soprattutto fine anni 40", spiega King), incontriamo il magico cioccolataio al suo arrivo in una grande città europea immaginaria dove vuole realizzare il suo sogno di condividere con gli altri il suo talento unico. Un desiderio quello dell'ottimista e sempre positivo Wonka che si va a scontrare, con un cinico e avido 'cartello' del cioccolato. Ad aiutare il protagonista saranno i nuovi amici incontrati in una pensione/lavanderia simil prigione gestita dalla perfida Mrs Scrubitt (Colman).
    "E' veramente divertente fare una cattiva poi volevo lavorare con Paul King e sono una grande fan di Timmy - dice l'attrice Premio Oscar -. Paul è molto aperto e collaborativo così sul set ho aggiunto delle piccole cose al personaggio. Non credevo sarebbero finite nel film, invece ne ho ritrovate varie". Per Hugh Grant quello con Paul King è un ritorno, dopo Paddington 2. Stavolta "dover recitare gran parte del ruolo in motion capture "è stata un'esperienza pessima - racconta con la consueta ironia l'attore -. Ti mettono una specie di corona di spine, molto scomoda e infatti non facevo altro che lamentarmi.
    E' un processo incomprensibile. Ti legano al corpo una serie di aggeggi, ci sono intorno alla faccia 16 cineprese e non sai dove guardare... Ho fatto del mio meglio". (
   

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