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Carolyn Carlson, la mia danza deve molto ai ballerini italiani

Carolyn Carlson, la mia danza deve molto ai ballerini italiani

Dopo 9 anni torna a Roma in evento unico in omaggio a Bill Viola

ROMA, 20 giugno 2022, 14:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"L'Italia, i ballerini italiani, hanno cambiato per sempre la mia danza. Prima dell'esperienza a La Fenice a Venezia, quando ero in Francia, il mio lavoro era molto differente, più trattenuto, lineare. Qui ho trovato talenti coraggiosi, che osano, creativi, generosi. Facevano mille domande. E questo mi costringeva a nuove elaborazioni, trasformazioni. La mia danza deve molto ai danzatori italiani".
    A confessarlo all'ANSA è Carolyn Carlson, la "poetessa" della danza, come viene spesso definita, appena nominata Académicienne de France per l'importanza del suo lavoro nella danza contemporanea mondiale.
    Dopo nove anni di assenza, torna per la prima volta Roma per un suo personale hommage a un altro maestro, delle arti visive, con "Carolyn Carlson - Bill Viola", performance "itinerante" che la danzatrice ha ideato intorno alla mostra a Palazzo Bonaparte "Icons of Light", evento unico con tre repliche il 23 giugno (alle 19.30, 20.30 e 21.30) e primo titolo della rassegna Dancing into Visual Art, ideata da Daniele Cipriani per Arthemisia.
    Uno scambio vicendevole tra le arti, un raffinato dialogo tra anima e movimento, in cui la coreografa, accompagnata dal gorgoglio che emerge ogni tanto dai video "acquatici" di Viola, conduce gli spettatori di sala in sala, danzando tra le opere del videoartista americano insieme alla solista Sara Orselli e con il coordinamento della sua storica collaboratrice Simona Bucci. "Bill Viola? E' un genio assoluto della video art e ho sempre sentito il suo lavoro molto vicino al mio - racconta -.
    Come me, Bill si interroga sulla questione umana, segue la filosofia buddista ed è un maniaco della scrittura, proprio come me - sorride - E poi c'è l'acqua ad accomunarci, che non è solo riflesso, ma si muove anche dentro di noi e riesce a sua volta a smuoverci. Permettendo così allo spettatore di trovare il suo personale percorso".
   

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