(di Giovanni Franco)
"I selfie hanno ammazzato la
fotografia, ne risente la qualità rispetto alla quantità, ma chi
li fa scopre l'esigenza di scattare con le macchine
fotografiche. E questa è una tendenza in aumento". Parole di
Melo Minella, 86 anni, decano dei fotografi siciliani. Sabato 7
ottobre nel museo Civico di Castelbuono nel palermitano si
inaugurerà la mostra, 'Paesaggi, memorie e astrazioni' a cura di
Valentina Bruschi, progetto vincitore di strategia fotografia
2022, promosso dalla direzione generale creatività contemporanea
del Ministero della Cultura, grazie al quale l'istituzione
museale ha acquisito un importante corpus di fotografie del
fotografo siciliano. In programma fino al 7 aprile 2024: esposte
trenta fotografie in bianco e nero, scattate in Sicilia.
"La foto a cui sono più legato è stata realizzata al mercato
delle pulci a Palermo - racconta all'ANSA - dove tre bambini
sono in un carrettino trainato da uno di loro che sostituiva il
cavallo". Minella ha raccontato "una Sicilia negli anni
cinquanta agricola in via di sviluppo che lentamente - afferma -
è cambiata sotto i miei occhi. Inoltre ho sempre fotografato le
feste religiose".
Il nucleo di immagini acquisite a Castelbuono riguarda
principalmente la Sicilia a partire dagli anni Settanta fino ai
primi anni Duemila: fotografie dove la dimensione antropologica
è fortemente interconnessa al valore estetico dei soggetti
ritratti. "Coerentemente con gli intendimenti culturali che in
questi anni recenti hanno caratterizzato l'implementazione della
collezione permanente, la presenza delle opere di Minnella
rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di una
identità mediterranea attraverso le arti contemporanee",
commenta Laura Barreca, direttrice del museo civico di
Castelbuono. Tutte queste immagini sono caratterizzate da ciò
che l'antropologo Antonino Buttitta definiva la capacità di
Minnella di cogliere l'elemento "magico" che si nasconde nei
dettagli del quotidiano, quel legame invisibile che unisce uomo,
natura e storia.
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