Viareggio com'era quando la
cittadina della Versilia stava diventando una meta turistica
balneare. In una mostra a New York dedicata a capolavori
riscoperti, la galleria Robilant + Voena presenta il monumentale
Ai Bagni di Viareggio del pittore macchiaiolo Vincenzo Cabianca.
Firmato e datato al 1866, sei anni dopo l'ingresso di Viareggio
nel Regno d'Italia, il grande quadro riflette un linguaggio
pittorico innovativo in sintonia con gli sviluppi artistici
europei del periodo.
Combattente dalla parte dell'Italia contro gli austriaci, il
veronese Cabianca aveva con Viareggio un legame speciale avendo
passato li' la luna di miele. Attivi in Italia a partire da
meta' '800, i Macchiaioli svilupparono un approccio radicale
alla pittura che in parte anticipo' le sperimentazioni
dell'Impressionismo. Il nome Macchiaioli nacque in senso
dispregiativo ma gli amici di Cabianca - tra questi Giovanni
Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega - trasformarono
questa definizione in una dichiarazione di intenti.
Ai Bagni di Viareggio si distingue per il formato monumentale
e per la complessità della composizione. La scena - spiega
all'ANSA lo storico dell'arte Jason Rosenfeld - si svolge sulla
spiaggia, con tredici figure distribuite tra il primo piano e il
mare: "Il gruppo centrale, costituito da tre villeggianti
borghesi e un pescatore, si confronta con una giovane contadina
che offre i suoi prodotti, evocando il dialogo tra le classi
sociali nella società post-unitaria italiana".
Il mare, visibile solo attraverso piccole aperture tra le
capanne e un muro di pietra, suggerisce un senso di profondità,
mentre i riflessi di luce sulla pelle dei protagonisti
evidenziano la meticolosa attenzione alla resa atmosferica.
La pittura di Cabianca risente delle influenze della Scuola
di Barbizon e del Realismo francese di Courbet, ma ha anche
legami con i Preraffaelliti nell'uso delle ombre colorate e
nella fedeltà ai dettagli della vita quotidiana. Cabianca si
pone quindi come un ponte tra la tradizione italiana e le nuove
tendenze europee.
Presentato a Torino nel 1866, Ai Bagni di Viareggio fu
acquistato immediatamente (per 1800 lire), rimanendo fuori dal
circuito espositivo per oltre un secolo e mezzo. Con il
Cabianca, R + V presenta altri capolavori recentemente
riscoperti: tra questi Tobia e l'arcangelo Raffaele di Neri di
Bicci della meta' del '400 mai esposto finora e una Maddalena
penitente di Artemisia Gentileschi, riattribuita con analisi ai
raggi X che rivelano un sottostrato originariamente concepito
come Cleopatra.
A metà dell'Ottocento, Viareggio iniziò a emergere come meta
balneare. Già all'inizio del secolo Paolina Bonaparte, sorella
di Napoleone, l'aveva scelta come destinazione estiva, mentre
nel 1827, il sindaco di Viareggio chiese l'autorizzazione per
costruire il primo stabilimento balneare permanente, mentre,
verso la fine del secolo secolo, la città vide la nascita di
stabilimenti balneari come il "Nettuno" e il "Balena" e il
lungomare si arricchì di costruzioni in stile Liberty.
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