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After Love, un triangolo d'amore pieno di poesia

After Love, un triangolo d'amore pieno di poesia

Imperdibile l'esordio di Aleem Khan in sala con Teodora

ROMA, 31 gennaio 2022, 09:49

(di Francesco Gallo)

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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AFTER LOVE è un piccolo gioiello di poesia con un triangolo d'amore anti glamour e minimalista, ma pieno di autentico sentimento. Esordio alla regia di Aleem Khan, scrittore e regista britannico di origine pakistana, il film, già a Cannes alla Semaine e trionfatore ai British Independent Film Awards in sala dal 10 febbraio con Teodora, ha i tempi lunghi della realtà ed emoziona sempre.
Eppure i protagonisti sono solo due, più uno che da subito è assente (muore).
Intanto c'è Mary (la straordinaria Joanna Scanlan), una donna inglese sovrappeso dallo sguardo solido e tenero, sposata da tempo con un uomo musulmano che ha amato così tanto da convertirsi all'Islam e indossare sempre il tradizionale Hijab. Quando all'improvviso la donna resta vedova di Ahmed (Nasser Memarzia), scopre per puro caso che il marito aveva da anni una relazione clandestina in Francia con un'altra donna. Così Mary, con grande coraggio e un pizzico di curiosità femminile, capisce che deve saperne di più. Attraversa così la Manica e va a conoscere la sua rivale, Geneviève (Nathalie Richard).
L'incontro tra le due donne è un vero e proprio manuale di sensibilità e cultura femminile. Nonostante tutto, davvero tutto, divida queste due donne - Mary è mite, accogliente tanto da accettare la cultura del marito mentre Geneviève è una donna moderna magra e in jeans - , alla fine non sono poi così diverse. Una cosa, quest'ultima, che nel film si rivela con una serie di colpi di scena degni di un thriller. Alla fine a prevalere è la solidarietà femminile o meglio una cultura che parla sempre la stessa lingua, specie quando si tratta d'amore.
"Con AFTER LOVE volevo esplorare il modo in cui costruiamo la nostra idea di identità e per chi la costruiamo. Essendo io stesso anglo-pakistano, cresciuto fra due culture diverse, si tratta di un tema che mi tocca personalmente. Spesso ci adattiamo e cambiamo il modo di comportarci a seconda dell'ambiente e delle persone con cui siamo, ma perché lo facciamo? Per renderci più desiderabili, più accettabili, più degni d'amore? O semplicemente per la troppa paura di finire rifiutati per quello che siamo davvero?".
E ancora Aleem Khan: "La protagonista del film, Mary, ha adottato la religione e la cultura del marito, Ahmed, e dopo la sua morte si ritrova a lottare per rimettere insieme i frammenti del suo cuore e un senso di identità andato perduto. È alla ricerca della verità, della comprensione e, in definitiva, di un senso della famiglia. I personaggi del film si trovano coinvolti in relazioni in cui verità, morale, bugie e inganni sono intrecciati fatalmente e spesso si trovano a infrangere il proprio codice etico, ma per me era importante non condannare o giudicare nessuno di loro. Sono curioso di sapere se gli spettatori penseranno che Mary si è spinta troppo oltre, però spero anche - conclude il regista - che alla fine del film ripenseranno alle loro stesse relazioni e alle bugie che si dicono alle persone che amiamo".

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