Chi immaginasse chissà quali differenze tra una famiglia tradizionale, composta da padre e madre, e una arcobaleno, ad esempio con due padri, si sbaglierebbe di grosso. Ed è bravo il regista Marco Simon Puccioni a farlo capire in IL FILO INVISIBILE, film in sala dal 21 al 23 febbraio e poi su Netflix dal 4 marzo. Dopo un' iniziale e breve messa a fuoco infatti, neppure ti accorgi che ci sia una reale differenza tra un uomo e una donna o due uomini legati in matrimonio. Stesse dinamiche compresi ovviamente gelosie e tradimenti. Questa la storia. Leone (Francesco Gheghi), sedicenne smart, ha due papà: Simone (Francesco Scianna) e Paolo (Filippo Timi). Il ragazzo nato in California grazie a Tilly, una donna americana che ha aiutato i suoi genitori a farlo venire al mondo, vive in questa famiglia arcobaleno, benestante e colta, del tutto a suo agio. Anzi è tanto sensibile a certe tematiche da aver messo in cantiere, insieme al suo migliore amico Jacopo, un breve video sul suo originale nucleo familiare da mostrare a scuola. Leone poi, del tutto etero nonostante il sospetto dei compagni di scuola, si è appena innamorato di una sua coetanea che sembra anche corrispondergli, ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio va in crisi la sua famiglia causa un tradimento. "Perché questo film? Semplice,sono temi che mi stanno a cuore - dice il regista che con IL FILO INVISIBILE mette mano alla sua autobiografia -. Volevo raccontare più che questa famiglia, che io conosco dall'interno, la genitorialità, come si fa a diventare davvero genitori. Certo le leggi, come si vede nel film, sono ancora legate al padre biologico, ma non volevo raccontare la storia di una famiglia con due padri, né della maternità surrogata, ma volevo parlare delle relazioni che si creano. Non mi interessava raccontare questo percorso come un crimen universale, non si tratta di criminalizzare questo tipo di matrimoni perché ci sono quelli forzati, quelli con le spose bambine, allora criminalizziamo tutti i matrimoni!". Dice in maniera diretta Filippo Timi: "Ognuno deve formarsi la propria famiglia per quello che sente. Io, ad esempio balbetto - dice scherzando - e a me così andrebbe bene una famiglia balbettosa". Dello stesso parere Francesco Scianna: "Quando quella madre in questo film non riesce proprio a concepire che una famiglia possa essere composta da due padri, significa una sola cosa: ormai la terminologia non è più adeguata, siamo rimasti indietro. Aderire alla propria unicità, questo è per me la normalità". Perché tanti film su questi temi in questo periodo? "Il fatto è - sottolinea Puccioni - che la società si sta evolvendo e si va oltre le categorie e le etichette e il cinema è giusto che rifletta su questo". Nel cast de IL FILO INVISIBILE prodotto da Viola Prestieri e Valeria Golino anche Valentina Cervi, Matteo Oscar Giuggioli, Emanuele Maria Di Stefano, Giulia Maenza, Mauro Conte, Alessia Giuliani, Gianluca De Marchi, Jodhi May e Gerald Tyler. Infine, Marco Simon Puccioni aveva dedicato nel 2016 alla sua personale esperienza un documentario dal titolo "Prima di tutto - My journey to meet you", in cui raccontava come insieme al suo compagno era volato negli Stati Uniti d'America dove Amanda e Cynthia (due mamme americane che a loro volta avevano due e tre figli ciascuna) li aiutarono ad avere due gemelli. La prima mise a disposizione un suo ovulo e la seconda lo portò in grembo per nove mesi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA