A 96 anni, "mi sento sempre libero di
fare quello che mi è più congeniale in quel momento, mi
interessa la ricerca, provare nuove cose in continuazione.
Lavoro anche con molti giovani e mi sembra di potergli dare
l'indirizzo per percorrere molte maniere nuove per esprimersi.
La fotografia è una forma di scrittura, una forma di
comunicazione di cui tutti possono fare una lettura". Parola di
Nino Migliori, uno dei più grandi fotografi italiani, autore di
un percorso di ricerca che ha preso mille strade, dall'arte
informale a Giorgio Morandi, dai caleidoscopi alla Via Emilia.
Lo racconta Elisabetta Sgarbi nel suo documentario Nino
Migliori, Viaggio intorno alla mia stanza", presentato in
anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione
Freestyle.
"Andando nello studio di Nino è partita la seduzione -
spiega Elisabetta Sgarbi protagonista di un incontro con Nino
Migliori dopo la proiezione ufficiale -. il viaggio nella
stanza è il viaggio nella sua mente". Nel film è il bolognese
Migliori a creare un filo fra le tante tappe delle sue opere
scandito da decine delle sue foto, aneddoti e riflessioni
accompagnati dalla colonna sonora di Mirco Mariani degli
Extraliscio.
"Sono rimasto colpito dalla bravura di Elisabetta che con
Eugenio Lio, l'aiuto regista, ha fatto un lavoro splendido, il
mio lavoro rivisto mi sembra molto più modesto" aggiunge
sorridendo il fotografo. "Continuo a fare sempre cose nuove
perché amo il rinnovamento., non ho mai cercato di ottenere
successo, ne' insisto su un tipo di lavoro per molto tempo. Una
volta fatto qualcosa che penso sia accettabile mi piace cambiare
subito, le strade da esplorare sono ancora infinite. Io non vivo
di fotografia, sopravvivo. Non mi interessa il risultato
economico, ma darmi delle risposte a degli interrogativi". Tra i
momenti più belli del documentario quello in cui il fotografo
gioca in un nuovo caleidoscopio con la compagna Marina Truant,
anche presidente della Fondazione Nino Migliori."Tutti gli
scatti fatti là da Nino sono finiti nel film, come altri
realizzati da lui durante le riprese - racconta Elisabetta
Sgarbi - quello nell'arte di Nino è un viaggio che va dagli
anni '40 al futuro".
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