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'Compensi inadeguati', lettera a Meloni da attori e registi

'Compensi inadeguati', lettera a Meloni da attori e registi

L'iniziativa sulla scia dello sciopero negli Usa

ROMA, 18 luglio 2023, 19:32

Redazione ANSA

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La protesta ad Hollywood di autori e attori sindacalizzati comincia ad impattare sull'industria del cinema e fa temere per la produzione oltre che per i festival, come la Mostra del cinema di Venezia o il Comic-Con - la gilda Sag-Aftra ha rilasciato oggi un vademecum su come gli influencer (ammessi nel sindacato) devono comportarsi all'evento di San Diego di questo fine settimana. Ma l'onda si propaga: il sindacato degli attori britannici Equity si radunerà in solidarietà con Sag-Aftra alla fine di questa settimana a Londra e a Manchester - il luogo di lavoro di centinaia di dipendenti della BBC e ITV - a sostegno degli attori in sciopero negli Stati Uniti. E in Italia? Sulla scia dello sciopero degli sceneggiatori statunitensi (WGA), iniziato lo scorso 2 maggio, a cui dal 14 luglio si sono uniti in protesta anche i membri della Screen Actors Guild, anche le stesse categorie italiane portano alla luce "questioni professionali non più rimandabili". È di oggi una lettera aperta di WGI (Writers Guild Italia) insieme ad altre cinque associazioni ossia Artisti 7607, Air3 (Associazione Italiana Registi), Anad (Associazione Nazionale Attori Doppiatori), Unita (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e 100 Autori, indirizzata alla premier Giorgia Meloni e alle istituzioni sul tema dei compensi non adeguati da parte delle piattaforme di streaming. Associazioni che rappresentano migliaia di professionisti tra autori, sceneggiatori, artisti interpreti e doppiatori, tutti impegnati nella filiera della produzione audiovisiva italiana. E che chiedono un incontro urgente e non più rimandabile. "Sul tema dei compensi non adeguati da parte delle piattaforme streaming alle nostre categorie - si legge nella lettera aperta resa nota alla stampa - abbiamo seguito le audizioni in Commissione Cultura del Senato della Repubblica. Nel corso delle audizioni i rappresentanti delle piattaforme hanno sostenuto, con strumentali interpretazioni normative, di essere in regola con le previsioni di legge sulla trasmissione dei dati e di corrispondere dei compensi "adeguati e proporzionati" come indicato dalla direttiva copyright e dal decreto legislativo di recepimento nel nostro ordinamento. Al netto di generiche frasi di sostegno alle nostre categorie - sottolineano gli artisti - i rappresentanti delle piattaforme hanno completamente evaso il tema delle informazioni sui ricavi che generano in Italia e non hanno comunicato quale livello medio di compensi le piattaforme corrispondono ai professionisti coinvolti nelle opere. Abbiamo ascoltato soltanto mere autodichiarazioni prive di riscontri". Il presidente dell'Agcom ha incentrato - ricordano - il suo intervento sulla presunta scarsa chiarezza normativa nel settore e sulla altrettanto presunta confusione nata dalla liberalizzazione, che renderebbero conflittuale il mercato. "Ma non ha ricordato che l'Autorità da lui presieduta non ha ancora emanato, dopo quasi due anni, il regolamento previsto dal d.lgs 177/21. Quanto è per noi inaccettabile. Una ulteriore manifestazione di indifferenza nei riguardi dei più basilari diritti delle artiste ed artisti che rappresentiamo, ad oggi ancora privi di un Contratto nazionale di lavoro e ai quali viene ora negato anche l'accesso a compensi 'adeguati e proporzionati' per il frutto del proprio lavoro, come invece stabilito per legge".

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