Le feste faraoniche di Lele Mora e Flavio Briatore, il mondo della Formula Uno, l'alcol, l'inferno della cocaina, i primi successi aziendali e l'esplosione del marchio GURU in Italia e nel mondo, quando la maglietta con la margherita diventa oggetto del desiderio e simbolo di moda.
E poi la caduta, l'arresto, la prigione e il ritorno alla vita normale.
Matteo Cambi - tornato uomo libero il 4 luglio del
2015, oggi soccorritore nell'assistenza pubblica di Parma - si
racconta senza reticenze al giornalista Gabriele Parpiglia in
'Margherita di spine-Ascesa e caduta dell'inventore di GURU'
(euro 16.90), pubblicato da Mondadori Electa.
"La cocaina gestiva le mie emozioni. I miei alti e i miei
bassi. Mi facevo dieci pezzi al giorno e quando ero in
astinenza, grattavo il muro con la bibbia. Simulavo che il
bianco della parete fosse bamba. Sono vivo per miracolo" dice
Cambi.
Con uno stile incalzante, crudo, la vita esagerata di Cambi,
nato a Carpi nel 1977, si mostra nel libro come in un film.
Imprenditore giovanissimo, Cambi a 22 anni crea il marchio GURU
e in meno di 8 anni fattura oltre 100 milioni di euro. Campioni
della Formula 1, calciatori, personaggi del mondo dello
spettacolo, tutti indossano i capi con la margherita. Sette
carte di credito, soldi, belle donne, suite principesche nei più
costosi alberghi del mondo, e ancora ville, auto private,
elicotteri, yacht. Cambi passa dal coraggio all'incoscienza,
dalla lucidità manageriale al delirio di onnipotenza, fino ad
arrivare a un passo dal precipizio. Il castello crolla, viene
arrestato con la madre nel 2008 per bancarotta fraudolenta e si
aprono le porte della prigione. Una condanna pesantissima. E
infine la disintossicazione e il ritorno a una vita normale.
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