MARCO ROSSARI, L'OMBRA DEL VULCANO
(EINAUDI, PP. 163, EURO 18)
Un'estate milanese afosa, un traduttore dal cuore spezzato, un
classico incandescente della letteratura britannica. Sono gli
elementi de L'ombra del vulcano di Marco Rossari, pubblicato da
Einaudi. Il libro evoca nel titolo Sotto il vulcano di Malcolm
Lowry, opera faro per gli aspiranti romanzieri e i lettori
incalliti: stratificata e totale, ambiziosa e in parte
autobiografica, è definita la Divina Commedia ubriaca e spesso
paragonata, proprio per la complessità, all'Ulisse di James
Joyce. Il capolavoro di Lowry è onnipresente in questa storia
firmata Rossari che segue le vicende e i pensieri di un
intellettuale quarantenne, traduttore di professione ma
desideroso di poter scrivere un giorno qualcosa di memorabile.
Folgorato fin da ragazzino da Il cuore rivelatore di Edgar Allan
Poe, cerca di imitarlo raccogliendo però magri risultati: "Sono
tornato a casa e ho scritto subito una manciata di racconti
sulla falsariga di Poe, uno più brutto dell'altro". Da grande,
insoddisfatto del proprio lavoro, talvolta si lascia convincere
che "il traduttore è il gregario, il riflesso, il doppiatore, il
ventriloquo, la nota a piè di pagina, l'eco". Tuttavia in altri
momenti lo sconforto cede il passo alla consolazione:"Sei un
professionista, un traduttore coi fiocchi, un artigiano
asettico, levighi, pulisci, rivedi, sei gelido, sei
intoccabile". Quest'uomo soffre per amore. È alle prese con il
vuoto lasciato dalla ex. Il dolore lo prosciuga e si immedesima
nel console di Sotto il vulcano: Geoffrey, alcolizzato e
disperato. Geoffrey diventa lo specchio del traduttore milanese.
Entrambi tormentati dai fantasmi di una passione profonda e
incancellabile. L'eroe di Rossari, nell'arco di un'estate
bollente, dovrà raccogliere ogni scampolo di energia per
consegnare in tempo la traduzione di Sotto il vulcano. Parola
dopo parola, tra bicchieri straripanti di alcol - consumati in
bar di periferia pieni di sbandati -, il traduttore lombardo
troverà nella letteratura sfogo e sollievo. Oltre a scandagliare
i tormenti del cuore, Rossari disegna un ritratto ironico del
mondo dell'editoria, definito in un capitolo "un luogo dove
nessuno compra o finisce più un libro e dove tutti si lamentano
del fatto che nessuno compra o finisce più un libro". Fra le
scene più spassose l'incontro tra il traduttore e un autore di
secondo piano, scombinato e disilluso, che biascica parole
confuse:"Un genio cialtrone, commovente e goffo". Marco Rossari
(1973) è scrittore e ha tradotto, tra gli altri, Charles
Dickens, Mark Twain, Hunter S. Thompson, John Niven, Malcolm
Lowry.
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