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L'omicidio Ramelli, 'il ragazzo che non doveva morire'

L'omicidio Ramelli, 'il ragazzo che non doveva morire'

Cinquant'anni di ferite nel libro di Federica Venni

MILANO, 29 aprile 2025, 16:32

Redazione ANSA

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FEDERICA VENNI - IL RAGAZZO CHE NON DOVEVA MORIRE. L'OMICIDIO RAMELLI E CINQUANT'ANNI DI FERITE (CASTELVECCHI EDITORE, 128 PAGINE, 16,50 EURO) Era il 13 marzo del 1975, quando uno studente diciottenne, militante dell'organizzazione giovanile dell'Msi, viene aggredito sotto casa a Milano da un gruppo di giovani di Avanguardia Operaia: morirà quarantasette giorni dopo, il 29 aprile 1975.
    A cinquant'anni di distanza, il brutale assassinio di Sergio Ramelli è uno dei simboli degli Anni di Piombo, e ancora divide.
    Una frattura che si alimenta nei dibattiti politici, sui giornali, nei cortei: anzi, oggi il vecchio schema dei "rossi contro i neri", dei morti "più morti degli altri", torna a riproporsi con forza, e ogni ricorrenza è un pretesto per risalire sulle barricate.
    Con gli articoli del tempo, gli atti del processo e le testimonianze inedite dei protagonisti di allora, la giornalista di Repubblica Federica Venni ricostruisce, nel suo libro 'Il ragazzo che non doveva morire. L'omicidio Ramelli e cinquant'anni di ferite' (Castelvecchi Editore, 128 pagine, 16,50 euro), un'intera stagione della storia d'Italia, già così remota eppure mai superata: ricordarsene significa non dare per scontata la fine della violenza politica e fare in modo che non si ripeta.
    Allora Sergio Ramelli potrà smettere di essere un'icona fascista e tornare un ragazzo come tanti nella Milano degli anni Settanta; e la sua vicenda sarà testimonianza che di fronte al male non c'è ideologia che tenga, ma semmai lo spazio per decidere secondo coscienza.
   

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