(dell'inviata Mauretta Capuano)
Philip Roth "è lo scrittore più
divertente e più serio, nella vita non ha mai scritto una frase
banale". Emmanuel Carrere parla così del grande scrittore morto
nel 2018 alla prima presentazione al Salone del Libro di Torino
della nuova edizione del capolavoro Lamento di Portnoy,
pubblicato con il titolo Portnoy a cura di Matteo Codignola. È
il primo libro con cui la casa editrice Adelphi dà il via alla
riedizione di tutte le opere di Philip Roth.
"La carica di questo libro è rimasta intatta. La domanda se
Portnoy sia o meno un alter-ego si continuerà a porsela. Lo
stesso Roth è l'alter ego di Roth. L'attività principale di
Portnoy è masturbarsi in tutti i luoghi. La forma è insolita, è
una specie di stand-up in cui si alternano pagine intere come
una mitragliatrice e allo stesso tempo è una vera seduta
psicanalitica. Eppure la posizione di Roth e Portnoy rispetto
alla psicanalisi è di prenderla seriamente" dice Carerre in un
Auditorium affollatissimo per uno degli incontri più attesi e il
più seguito della giornata seconda giornata del Salone, che dura
oltre un'ora.
"Questo lungo monologo è di fatto una seduta psicanalitica. Roth
aveva individuato tre istanze: l'io, l'es e il super Io. L'es di
Roth è bello tosto. Portnoy è in fondo una lotta al coltello di
tutti questi istinti che si alzano e dare una forma a questo"
dice Carerre, tra gli autori europei più vicini a Roth.
Eppure l'autore di Limonov racconta che Portnoy non era tra i
libri che si trovavano a casa sua quando era ragazzino. "Lo
vedevo come un libro scandaloso di cui lo scandalo si era un po'
perso. E rispetto ad altri titoli mi interessava meno. E' un
libro incredibile, di una giovane promessa della letteratura che
di colpo pubblica questo titolo. Un libro che tira fuori il
cazzo e lo tiene fuori per buona parte della storia" afferma
Carrere tra gli applausi del pubblico.
Sullo schermo dietro al palco scorrono alcune immagini del film
documentario di Livia Manera
Sambuy 'Roth liberato' che racconta molti aneddotti del suo
rapporto con Roth, dal primo incontro mancato per un intervista
che lo scrittore voleva fosse solo telefonica.
"Questa è un' occasione eccezionale. Portnoy è uno dei romanzi
più indecenti dell'era moderna, nella sua terza traduzione in
italiano. Uscito nel 1969 quando Roith aveva 36 anni ed era già
famoso perché aveva vinto il National Book Award, è un libro che
rompe una diga, che rende possibile scrivere certe cose che
prima sembrava non fosse possibile. E' un libro che fa epoca.
Che rovina la vita a Roth e gliela rende meravigliosa. Fu subito
bollato per antisemitismo, un'accusa che Roth si è portato
dietro tutta la vita" dice Manera Sambuy, giornalista e
scrittrice che per anni ha seguito da vicino Roth e il suo
lavoro. "Nell'immaginario comune Roth-Portnoy non potevano che
essere la stessa persona. Adelphi ha comprato i diritti
dell'opera di un autore che ha scritto 31 libri in epoca di
cancel culture" sottolinea Manera.
Codignola sottolinea che "rimane un testo unico e terribilmente
vitale" e parlando del nuovo titolo spiega: "ci siamo detti,
'spingiamo su una chiave nuova'".
Roberto Colajanni, direttore editoriale di Adelphi,
racconta che non c'è stato "nessun piano, complotto o
strategia. Nessuno immaginava di poter pubblicare Philip Roth.
L'unico vero motore di questa operazione è il puro caso. Abbiamo
ricominciato a leggerlo tutti. Una sorpresa strepitosa. La sua è
un'opera multiforme. Molto interessante per un editore che vuole
provare a dire qualcosa di nuovo. Se avessi potuto scegliere un
titolo per questo libro ne avrei scelto un altro che viene
nominato all'interno di Portnoy, in cui si inventa l'origine del
termine con il significato di porta nera. Ed è una porta nera".
L'autofiction non esisteva ancora ma nel caso di Roth, benchè
sia reticente verso questa parola, l'uso è giustificato. Mette
in scena personaggi che gli assomigliano e cambiano di volta in
volta" afferma Carrere che cita altri libri imperdibili di Roth
tra cui uno "tardivo, un racconto sulla morte di suo padre,
Patrimonio, che è un libro sconvolgente" dice.
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