Come diceva Groucho Marx: "Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta...". Comincia da questa piena ammissione della loro schiacciante superiorità l'elogio che Riccardo Rossi fa alle donne e porta sul palco del teatro Olimpico a Roma fino al 18 febbraio con lo spettacolo (scritto con Alberto Di Risio e la regia di Cristiano D'Alisera) W le donne! Tutte le donne della nostra vita.
"In questo spettacolo parliamo di donne - esordisce Rossi scherzando - e cioè l'argomento preferito degli uomini. Tutta la vita ci pensiamo alle donne, metà a come trovarle e metà a come lasciarle...".
Tanta musica, da George Michael a Barbra Streisand, effetti speciali e risate per un viaggio scanzonato e ispirato alla vita di tutti i giorni nell'universo femminile dalla mamma alla suocera o peggio alle suocere. Perché se le bambine crescendo diverranno sempre più "colleghe" e complici della madre, i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con la donna che li ha generati e tutte le altre che incontrerà.
E si parte proprio dalla prima che ogni essere umano vede alla nascita. "La mamma? No, l'ostetrica - chiarisce Rossi - e cioè quella donna, che siamo nati da 3 secondi, ci mette a testa in giù e ci dà pure una pezza dicendoci che è per il nostro bene, per farci respirare. Quindi una che arriva, ce mena e sparisce dalla nostra vita perché poi non la rivedremo mai più. Praticamente: è la storia del mio rapporto con le donne...".
Poi ci sono alcune signore destinate a fare comparse brevi ma che lasciano un segno. "Per fare le iniezioni - spiega ad esempio - serve una donna "estranea", in modo da poterla odiare serenamente. La portiera ad esempio, o meglio la moglie del portiere. Le mogli dei portieri sanno fare tutte le iniezioni, non so perché. Chiedete in giro...".
Poi c'è la maestra. Chi ci conosce meglio della maestra che passa con noi esattamente "5 ore al giorno, tutti i giorni, 9 mesi l'anno per 5 anni". "E' un boato... Nemmeno i genitori riescono a passare tutto questo tempo con i figli durante una vita...".
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