Un'immagine che ha segnato la vita del Paese, una miniserie dedicata al più grande poeta della canzone d'autore italiana, Fabrizio De André, prematuramente scomparso l'11 gennaio 1999, un mese prima del suo 59mo compleanno. A prestare il volto al cantautore genovese, per un biopic in due puntate che vedremo la prossima stagione su Rai1, uno degli attori più apprezzati della nuova generazione Luca Marinelli (Non essere cattivo di Claudio Caligari e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti). E' Principe Libero, scritto da Francesca Serafini e Giordano Meacci con la collaborazione di Luca Facchini. Facchini firma anche la regia (ha già girato A Farewell to Beat, che racconta l'ultimo viaggio statunitense di Fernanda Pivano, giornalista, traduttrice e collaboratrice di De André ndr).
Insieme a Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich e Ennio Fantastichini. Una coproduzione Rai Fiction - Bibi Film. Un tv movie che esplora cronologicamente la vita del più grande poeta della musica italiana, De André: dall'infanzia ai primi successi, dalle drammatiche pagine del rapimento ai capolavori della maturità. Il racconto di una personalità unica che ha segnato la storia della canzone e della cultura del nostro paese. Nel corso della sua lunga carriera ha dato vita ad alcuni brani intramontabili affrontando i temi più disparati: dalla guerra, all'amore, passando per la religione, la follia e alcuni genocidi. "Principe Libero" è anche il ritratto di un uomo che si è sempre specchiato nei propri versi, con il coraggio di andare per tutta la vita in direzione ostinata e contraria, dai carruggi di Genova ai boschi della Sardegna, accanto agli ultimi e agli esclusi di ogni luogo e di ogni tempo, che fossero le prostitute di Via del Campo o gli indiani di Fiume Sand Creek.
Un uomo con il sogno di raccontare che "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori". Il titolo della pellicola è un omaggio alla citazione di Samuel Bellamy, presente sulla seconda di copertina dell'album Le Nuvole, che racchiude successi come Don Raffaè. A vestire i panni della moglie di Faber (il soprannome con cui l'aveva ribattezzato l'amico d'infanzia Paolo Villaggio che con lui scrisse Carlo Martello), Valentina Bellè presta lo sguardo a quello bellissimo e innamorato di Dori Ghezzi, cantante, e seconda moglie che con il cantautore ligure ha condiviso anche momenti tragici, come i quattro mesi di rapimento da parte dell'Anonima sequestri sarda il 27 agosto del 1979 (Dori sarà liberata il 20 dicembre e Fabrizio il giorno successivo). Nella miniserie non può mancare la sua Genova, con il mare e i suoi vicoli, teatro naturale di molte storie narrate dal cantautore. Dopo girato aver tra marzo e aprile negli storici quartieri di Boccadasse, Spianata Castelletto e nella zona del porto di Albaro, la troupe si è trasferirà nell'entroterra ligure, per poi spostarsi a Roma e successivamente in Sardegna. La storia racconta, in ordine cronologico, la vita del cantautore da giovane (un bambino genovese interpreta il personaggio da piccolo), i suoi primi passi nel mondo della musica, la famiglia i figli, la carriera, l'amore per Dori (conosciuta a marzo del 1974) e i suoi grandi amici Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli.
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