"Sostenere, come fa la presidente
Meloni, che il fisco che ha in mente 'aiuta gli onesti e non
prevede favori per i furbi' è in clamorosa contraddizione con
gli oltre 14 condoni varati in appena un anno e mezzo di
governo". Lo afferma il segretario confederale della Cgil,
Christian Ferrari.
"Il decreto che interviene sulla riscossione, ispirato al
principio per cui 'il fisco non deve disturbare le aziende',
delinea, ancora una volta, - prosegue il dirigente sindacale -
un sistema che nei fatti vuole lasciare mano libera agli
evasori, e che considera l'azione delle Agenzie fiscali non come
un'azione doverosa, ma come un'ingiusta persecuzione. Si
prevede, infatti, l'ennesimo colpo di spugna sui debiti
pregressi, con una cancellazione generalizzata e non selettiva,
che premia chi ha evaso ed è riuscito a non pagare, facendo
capire a chi ha pagato, dipendenti, pensionati, autonomi o
imprenditori onesti, che sarebbe stato meglio fare i furbi".
Inoltre si introduce, aggiunge Ferrari, "il limite dei cinque
anni, superato il quale scatterà la cancellazione automatica dai
ruoli affidati al riscossore, anche in spregio all'attività
delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Agenzia delle entrate e
della riscossione. In ultimo, la previsione delle 120 rate come
orizzonte ordinario di pagamento manda agli evasori un messaggio
molto chiaro: non pagare le imposte (per chi può farlo,
evidentemente) è il modo più conveniente per finanziarsi". Lo
scenario futuro, sostiene ancora il segretario confederale della
Cgil, "è addirittura peggiore, con il concordato preventivo
biennale (già approvato), che rischia di 'legalizzare'
l'evasione e che, in ogni caso, esenterà dalle imposte una quota
di reddito dei lavoratori autonomi e degli imprenditori".
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