"Su previdenza e assistenza è
necessario intervenire urgentemente con un'operazione 'verita'
che faccia chiarezza una volta per tutte sui costi reali
affrontati dal sistema italiano, come quelli riguardanti il 45%
dei 16 milioni di pensionati italiani, totalmente o parzialmente
assistiti, con la voce 'assistenza' pari a 68 miliardi, ossia il
32% dell'intera spesa previdenziale. Una voce che continua a
pesare impropriamente sui conti della previdenza invece che
sulla fiscalità generale". Lo ha dichiarato il segretario
generale Fnp Cisl Emilio Didonè, alla luce dei dati emersi da
uno studio presentato oggi dal CIV dell'Inps, secondo il quale
la spesa pensionistica, al netto delle ritenute fiscali in
rapporto al Pil, è comunque superiore a quella registrata nel
2019, prima della pandemia (11,8%). "Come si evince dallo studio
- continua Didonè - nel 2023 la spesa per le pensioni ha
raggiunto i 317 miliardi, pari al 15,2% del Pil che, diminuita
delle prestazioni puramente assistenziali, arriva ad essere di
303 miliardi di euro, pari al 14,5% del Pil. Una cifra che
diventa ancora più bassa, ossia di 249 miliardi (pari all'11,9%
del Pil) se dalla stessa si detraggono le prestazioni
assistenziali non basate sui contributi, quelle legate al
rispetto di soglie di reddito come la quattordicesima, e le
ritenute fiscali su tutti i trattamenti". "E' per questo -
conclude il segretario generale della Cisl Pensionati - che
chiediamo ancora una volta che la Commissione di studio
istituzionale chiamata a decidere su questo tema tanto spinoso,
arrivi alle nostre stesse considerazioni per fare piena
chiarezza evitando di generare confusione soprattutto in seno
all'Europa, col rischio di imporre tagli delle pensioni che si
rivelerebbero totalmente ingiustificati alla luce del fatto che
la spesa pensionistica di natura previdenziale nel 2022 è stata
del 12,9%, dato più che in linea con la media Ue del 12,6.
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