"Supportare un'agricoltura moderna e
più sostenibile, sia dal punto di vista sociale che da quello
ambientale, grazie a strumenti dedicati, più evoluti ed
efficienti, è certamente una delle principali sfide che
attendono il settore bancario". Lo ha detto il direttore
generale dell'Abi, Marco Elio Rottigni, partecipando alle
Giornate di studio e di proposta sul credito agrario,
organizzate oggi a Roma dalla Fondazione Ravà, di cui Rottigni è
Presidente.
L'agricoltura italiana si posiziona al primo posto
nell'Unione Europea per valore aggiunto, con due solide
leadership nella produzione vitivinicola e degli ortaggi.
"Lasciata alle spalle l'era della specializzazione per legge -
ha sottolineato Rottigni - rimane cruciale coltivare un supporto
finanziario dedicato all'agricoltura, tramite una formazione
mirata per le imprese agricole e le banche. Per rispondere alle
specificità di questo comparto caratterizzato da cicli
produttivi lunghi, catene del valore articolate, innovazione
tecnologica nelle modalità di coltivazione e raccolta, nonché
rischi esterni non pienamente gestibili, come quelli derivanti
dal cambiamento climatico".
I finanziamenti alle imprese dell'agricoltura, silvicoltura e
pesca a dicembre 2024, hanno superato i 38 miliardi di euro,
pari al 5,7% del totale degli impieghi bancari al settore
produttivo, nonostante il comparto agricolo rappresenti il 2,1%
del valore aggiunto dell'economia nazionale. "C'è certamente
spazio per migliorare ancora - ha concluso Rottigni - mettendo
mano alla cassetta degli attrezzi per studiare nuove soluzioni,
che rispondano alle nuove esigenze delle filiere agricole, e
abbandonare strumenti finanziari non più utili. Mi riferisco ad
esempio al privilegio agrario, che non rappresenta più una
copertura valida per ridurre il rischio di credito delle banche;
alle cambiali agrarie, obsolete in un mondo che va verso il
digitale; e alla garanzia sussidiaria di Ismea, obbligo oneroso
a cui ormai non corrisponde un vantaggio in termini di copertura
del rischio".
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