Nel 2024 in Emilia-Romagna sono
state autorizzate 60,5 milioni di ore di cassa integrazione,
oltre 21 milioni in più (+54,7%) del 2023.
È quanto rileva la Cgil sulla base dei dati pubblicati
dall'Osservatorio Inps. Le ore di cassa ordinaria sono state
44,9 milioni (+52,4%), a cui si aggiungono i 15,5 milioni di
cassa straordinaria (+61,8%). La crescita della cassa si è fatta
particolarmente marcata nell'ultimo quadrimestre, dove i 26,5
milioni di ore autorizzate rappresentano un aumento del 68,2% su
base annua.
A essere colpito dalla crisi è soprattutto il comparto
artigiano: i dati sul Fsba (il fondo bilaterale per l'erogazione
degli ammortizzatori nel comparto) rilevano come il ricorso al
fondo sia aumentato del 90% nei primi 11 mesi dell'anno. Una
crescita trainata dal settore del tessile, abbigliamento e
arredamento, dal settore delle pelli/cuoio e calzature e dal
settore metalmeccanico. L'utilizzo di FSBA ha riguardato oltre
1.500 imprese artigiane della regione e coinvolto oltre 10mila
lavoratrici e lavoratori.
"I dati rilasciati dall'Inps - commenta il segretario della Cgil
Emilia-Romagna Massimo Bussandri - sono gravi e preoccupanti.
Contesto internazionale, crisi della manifattura tedesca e
rallentamento dell'economia italiana stanno mettendo a dura
prova la tenuta del sistema manifatturiero a livello nazionale e
regionale. La crisi industriale dovrebbe essere la priorità del
governo, che invece ripropone la ricetta inutile e dannosa
dell'austerità, come sempre pagata dai più deboli. Chiediamo da
mesi risposte concrete su investimenti, politiche industriali e
ammortizzatori sociali ma il governo appare completamente
disinteressato alle condizioni reali dell'economia e del lavoro
del Paese".
Sul fronte territoriale, la Città metropolitana di Bologna è
prima per numero di ore autorizzate nel 2024 (13,7 milioni,
+71,8%), mentre Reggio Emilia lo è per ammontare della crescita
(+136,3%, per 11,7 milioni di ore). In mezzo, per valori
assoluti, si posiziona Modena (quasi 13,2 milioni di ore,
+52,5%).
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