Una condanna "ferma", "giusta" e
"dissuasiva", tenuto conto della "gravità dei fatti": la procura
finanziaria ha chiesto 7 anni di carcere per l'ex capo dello
stato Nicolas Sarkozy, accusato di aver stipulato un patto di
corruzione con l'"infrequentabile" dittatore libico Muammar
Gheddafi, per soddisfare le sue "divoranti ambizioni politiche".
Al termine di 3 mesi di processo e 10 anni di indagini, "emerge
un quadro molto oscuro di una parte della nostra repubblica" ha
dichiarato alla fine della requisitoria fiume, il procuratore
Sébastien de la Touanne, accusa al processo per i fondi libici
contro Sarkozy.
L'ex presidente, già con il braccialetto elettronico per la
condanna subita nel processo per la corruzione di un giudice, ha
ascoltato le richieste dell'accusa con il volto grave. Secondo
la ricostruzione del procuratore, quando era ministro
dell'Interno nel 2005, Sarkozy si sarebbe impegnato, con i suoi
"più stretti collaboratori", Claude Guéant e Brice Hortefeux, in
una "sfrenata ricerca" di finanziamenti per la sua campagna
presidenziale del 2007.
Fin dall'inizio del processo, Sarkozy ha contestato
integralmente le accuse e, subito dopo le richieste dell'accusa,
ha denunciato "la falsità e la violenza" di quanto gli viene
rimproverato, che mirano solo "a mascherare la debolezza delle
presunte colpe". Ha poi aggiunto di credere "nella saggezza del
tribunale", che pronuncerà la sentenza fra alcuni mesi.
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