Il Paraguay ha chiarito che non
c'è stato consenso nella dichiarazione finale del IX Vertice
della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, la
Celac, celebratosi questa settimana a Tegucigalpa, in Honduras.
"Il Paraguay ha manifestato puntualmente che non era
d'accordo con i termini della dichiarazione finale e che quindi
non c'è stato consenso", sottolinea in un comunicato il
Ministero degli Affari Esteri del paese sudamericano, precisando
che la presidenza pro tempore della Celac, esercitata in quel
momento dall'Honduras e passata dopo alla Colombia, "ha indicato
che c'era 'sufficiente consenso' per la Dichiarazione di
Tegucigalpa tralasciando la posizione di Paraguay e Argentina
che non erano d'accordo con il testo finale".
La 'Dichiarazione di Tegucigalpa' che è stata "adottata per
consenso sufficiente da 30 Stati membri", dei 33 che compongono
l'organismo, ha respinto "l'imposizione di misure coercitive
unilaterali, contrarie al Diritto Internazionale, incluse quelle
restrittive al commercio internazionale" ma "la figura del
'sufficiente consenso' non esiste nel diritto internazionale",
precisa la nota del Paraguay, sottolineando "il suo fermo
disaccordo rispetto a quanto accaduto", non concedendo "il
consenso per l'adozione del documento" ed esigendo che "tale
chiarimento sia inserito" nella dichiarazione finale che "non
può essere considerata come emanata dal IX vertice dei Capi e
delle Capo di Stato e di Governo della Celac".
Oltre a Paraguay ed Argentina, anche il Nicaragua non ha
adottato la Dichiarazione di Tegucigalpa.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA