Terzo giorno di proteste a Oslo del
popolo indigeno Sami, che si oppone al governo norvegese
affermando che questo non ha intrapreso azioni concrete per
affrontare la controversia del parco eolico di Fosen, situato
vicino a Trondheim.
Le pale eoliche ricoprono un vasto territorio
precedentemente utilizzato dagli indigeni per il pascolo delle
renne, ed è proprio questa la ragione per cui la Corte Suprema
norvegese ha stabilito due anni fa che il parco viola i diritti
umani degli indigeni. Sami e ambientalisti, tra cui Greta
Thunberg, hanno condotto una serie di azioni di protesta negli
ultimi giorni, l'ultima delle quali questa mattina, bloccando
gli ingressi a diversi palazzi governativi ad Oslo. Per quattro
ore hanno impedito al personale l'accesso a undici diversi
dipartimenti.
"Abbiamo bloccato il governo norvegese", ha dichiarato
all'ANSA la portavoce degli attivisti Sami, Ella Marie Haetta
Isaksen, mentre bloccava l'ingresso principale al dipartimento
per le politiche energetiche. "Lo abbiamo già fatto lo scorso
inverno e ora lo ripetiamo; abbiamo bloccato undici
dipartimenti", ha aggiunto.
La polizia è quindi intervenuta per sgomberare i
manifestanti dagli ingressi, i quali hanno opposto resistenza
passiva e sono stati rimossi fisicamente dagli agenti. Tra di
loro c'era anche l'ambientalista svedese Greta Thunberg, che ha
scelto di posizionarsi in un ingresso secondario, forse per
evitare i riflettori e dare così più visibilità agli indigeni.
I manifestanti si sono spostati di fronte al Palazzo Reale e
chiedono un'udienza con il re Harald V di Norvegia: "In
Norvegia, il re non ha potere politico effettivo e non stiamo
chiedendo che Sua Maestà affronti personalmente la questione di
Fosen", ha specificato Haetta Isaksen, richiamando la lunga
tradizione di colloqui tra i Sami e la famiglia reale, che
risale al 1904 "Vogliamo solo essere ascoltati" ha concluso.
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