Decurtato di 150 milioni, nella Legge
di Stabilità, il Fondo che permette a chi ha svolto attività
usuranti di godere di uno "sconto" temporale nell'accesso alla
pensione. La denuncia è del M5S, che per bocca del capogruppo in
Commissione Lavoro alla Camera, Davide Tripiedi, definisce
l'operazione un "furto con destrezza", visto che soltanto
"mercoledì scorso si sarebbe dovuta votare la risoluzione" in XI
Commissione che "impegnava Palazzo Chigi ad usare quelle risorse
esclusivamente per gli occupati". La riduzione dei finanziamenti
riguarda la legge 247/2007 (con cui venne recepito il cosiddetto
Protocollo sul welfare dell'allora ministro del Lavoro Cesare
Damiano, attuale presidente della Commissione Lavoro di
Montecitorio), che comprende norme per consentire a chi ha
svolto incarichi gravosi di godere di un regime anagrafico
"agevolato" per accedere alla prestazione. Negli ultimi anni,
precisamente nel 2011, il Parlamento licenziò un nuovo
provvedimento sui lavori usuranti (un decreto legislativo al
collegato lavoro, legge 183/2010), favorendo l'andata in
pensione di alcuni dipendenti tre anni prima.
Secondo tale disciplina, a potersi ritirare in anticipo sono
gli addetti ai lavori in galleria, nelle cave, chi opera ad alte
temperature, chi effettua turni notturni (almeno 64 notti per
chi ha maturato i requisiti dal luglio 2009, 78 per chi lo ha
fatto tra il 2008 e la prima metà del 2009), gli addetti alla
catena di montaggio e i conducenti di veicoli con capienza non
inferiore a nove posti. Il dlgs stabiliva che l'attività
usurante dovesse essere stata praticata per almeno 7 anni negli
ultimi 10 nel caso di decorrenza entro il 31 dicembre 2017,
mentre dal 2018 bisognerà aver svolto incarichi faticosi per
almeno metà della vita lavorativa. Il taglio di 150 milioni
nella Legge di Stabilità, segnalato dal M5s, se confermato dal
Parlamento, potrà avere ripercussioni su una quota di occupati
che aspiravano allo "sconto" per ottenere la prestazione
previdenziale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA