La prudenza valutativa "è un
principio fondamentale che governa la contabilità aziendale e la
formazione dei bilanci al fine di consentire a soci, terzi
creditori e mercati finanziari di essere considerati accurati,
affidabili e degni di fiducia" e in tal modo "i bilanci
rappresentano in modo veritiero profitti e perdite e più in
generale la situazione finanziaria e la performance aziendale,
evitando di sovrastimare componenti positivi e sottostimare
componenti negativi". Questa la premessa alla base del convegno
"La prudenza nelle valutazioni aziendali" tenutosi oggi, a Roma,
presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati, promosso dal
Consiglio nazionale dei commercialisti, a cui hanno preso parte,
assieme al presidente nazionale della categoria Elbano de
Nuccio, tra gli altri, l'onorevole Chiara Tenerini, capogruppo
di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera e il
presidente aggiunto della Corte dei conti Tommaso Miele.
"È bene chiarire - ha affermato de Nuccio nella sua relazione -
che non esistono, di per sé, valutazioni prudenti. Esistono
valutazioni "fatte bene", o valutazioni "fatte male". Una
valutazione è fatta bene quando segue una logica razionale per
la sua determinazione, adottando assunzioni concettualmente
accettabili e producendo un valore coerente sotto forma di
metrica monetaria che segue un processo di stima corretto". E ha
aggiunto il vertice dei professionisti: "Come chiarito dalla
sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione n. 22474
del 31 maggio 2016, il reato di falso valutativo, pur incentrato
su stime e giudizi soggettivi, si configura laddove tali
valutazioni siano effettuate in maniera irragionevole e tale da
alterare sostanzialmente la rappresentazione della situazione
patrimoniale, economica o finanziaria della società".
Per il presidente dei commercialisti "si può parlare di una
responsabilità penale solo quando il grado di cautela richiesto
dalla prassi contabile agli amministratori non solo non è
amministrativamente presente, ma è volutamente assente", ha
chiuso.
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