Non solo riforma della Giustizia. L'Anm guidata da Cesare Parodi avrà un nuovo faccia a faccia con il governo dopo quello del mese scorso a Palazzo Chigi.
L'appuntamento al ministero di via Arenula è fissato con il guardasigilli Carlo Nordio martedì prossimo, durante il quale i magistrati affronteranno temi che portino a convergenze e collaborazioni con l'Esecutivo, come la questione della app del processo - che ha suscitato malumori per i diversi casi di malfunzionamento - la carenza del personale amministrativo negli uffici giudiziari e vari aspetti legati alla geografia giudiziaria, tra chiusure di tribunali, accorpamento delle loro attività o nuove sezioni. Insomma quei punti già sottoposti al governo in occasione del confronto con la premier Meloni. "Le aspettative sono sicuramente positive perché sappiamo di parlare di una serie di temi legati all'attività giudiziaria, su cui abbiamo colto un interesse del governo per far sì che alcuni aspetti vengano migliorati", dice il presidente del sindacato delle toghe, Cesare Parodi, dopo aver attraversato una due giorni di incontri con i gruppi parlamentari dell'opposizione per spiegare le ragioni della contrarietà alla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere in magistratura. "Lo facciamo con uno spirito collaborativo - sottolinea Parodi, che ha in programma la prossima settimana ulteriori confronti anche con i gruppi di maggioranza di FdI, Forza Italia e Noi moderati - Nella nostra logica il dialogo non può mai interrompersi".
In un momento in cui le tensioni tra magistrati e governo proseguono al ritmo del botta e risposta quotidiano, in queste ore l'Anm propone una tregua dalle polemiche, per affrontare quindi gli argomenti su cui può esserci più condivisione. Persino in merito alle accuse rivolte due giorni fa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il quale aveva parlato di "giudici che erodono la sovranità popolare", Parodi smorza i toni. A marcare un distinguo foriero di polemiche è però il ministro Nordio, che in una sua risposta al question time al Senato, in merito al tema del sovraffollamento delle carceri, specifica: "Se aumenta il numero dei carcerati in merito al tema del sovraffollamento delle carceri non è colpa del governo, ma di chi commette dei reati e della magistratura che li mette in prigione, anche perché non risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi promulgate da questo Parlamento". Pronta la reazione del portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che definisce sconcertanti queste dichiarazioni: "È necessario un test psicoattitudinale per chi fa il ministro Giustizia", dice. E per M5s la vera motivazione del sovraffollamento sono le tante "nuove fattispecie di reato e aggravanti". Un altra questione è il ddl che prevede l'istituzione della giornata delle vittime degli errori giudiziari, la cui discussione in Parlamento è stata rinviata, il leader dell'Associazione aggiunge: "È una scelta politica e se è destinata a favorire la colpevolizzazione della magistratura non posso essere d'accordo. Se è diretta a venire incontro alle sensibilità ferite di alcune persone è diverso. Sempre ammesso che il provvedimento sia approvato, e su questo ho qualche dubbio".
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