L'Italia si riscopre indifesa. E l'allarme suona forte, perché le qualificazioni ai Mondiali 2026 sono dietro l'angolo e la sconfitta contro la Germania nella gara d'andata dei quarti di Nations League ha avvicinato e non poco l'ipotesi di dover incrociare la Norvegia di Haaland.
"Ancora una volta", la frase rubata al ct Luciano Spalletti in panchina dopo la seconda rete tedesca nella gara di San Siro. "Non deve essere una psicosi. Non deve diventare un tarlo", ha spiegato poi il tecnico nel post partita, intervistato dalla Rai.
I numeri, tuttavia, confermano il problema difensivo, soprattutto di testa e su calcio da fermo. In Nations League, senza considerare l'autorete di Vicario su punizione di Digne, sette reti su dieci sono state incassate in situazione da fermo, mentre quattro delle ultime cinque sono state subite di testa.
Segnale che forse manca quel pizzico di concentrazione necessaria in quei momenti chiave, così come magari mancano centimetri a livello difensivo.
Il tema però non riguarda solo i colpi di testa, ma la fase difensiva in generale. Nell'era Spalletti, l'Italia viaggia a 1,1 gol subiti a partita, peggio cioè di tutti i predecessori in epoca recente: da Prandelli (1,04 a gara) a Donadoni (0,95) passando per Conte (0,84), Lippo (0,84), Zoff (0,82), Ventura (0,81) e Mancini (0,73), arrivando fino anche a chi ha fatto meglio in assoluto come Trapattoni (0,68), Sacchi (0,68), Maldini (0,65) e Vicini (0,44).
Inoltre, nelle ventuno gare sotto la guida del tecnico toscano, solo in sei occasioni l'Italia è riuscita a mantenere la porta inviolata (contro Malta, Ucraina, Ecuador, Turchia, Bosnia e Belgio) e nelle ultime undici gare solo una volta Donnarumma ha chiuso i 90' senza dover recuperare il pallone in fondo al sacco.
A Dortmund, così, servivà quindi una impresa nell'impresa, rimontare la sconfitta per 2-1 di San Siro cercando anche di non incassare reti che complicherebbero ulteriormente la missione degli azzurri. E, guardando all'altra metà del campo, servirà anche maggiore concretezza: rispetto alla Germania infatti le occasioni per Kean, Raspadori e compagni non sono mancate, tanto che il portiere tedesco Baumann è stato probabilmente il migliore in campo per la squadra di Nagelsmann. Un'Italia più solida e concreta, in sostanza, per sognare l'impresa e guadagnarsi anche un girone meno complicato verso i Mondiali 2026.
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