"Mi piace mantenere la parola,
avevo detto che avrei vinto e l'ho fatto", esulta il campione
del mondo Andy Diaz, medaglia d'oro ai Mondiali indoor di
Nanchino con 17,80 nel triplo. "Parigi ha aperto il 'rubinetto',
poi è arrivato l'oro di Apeldoorn e adesso l'oro ai Mondiali in
Cina - dice ancora Diaz -: i risultati parlano da soli, ci
vediamo ai Mondiali di Tokyo in estate. Mi è dispiaciuto aver
tolto il record indoor a Fabrizio (il suo allenatore Donato
ndr), ma la prima cosa che mi ha detto è 'va bene così, l'hai
fatto in un Mondiale'. È la gara più importante, era davvero
contento. Peccato non aver potuto continuare a fare gli altri
salti, la gara era un po' lenta, ho preso freddo e non volevo
rischiare nulla in vista della stagione all'aperto. Sapevo che
un salto poteva bastare, e ce l'ho fatta, tranquillo e
rilassato".
Per l'ex cubano "la maglia azzurra è una seconda pelle, mi
porta fortuna! È il mio colore preferito, e ora andiamo
avanti…". Fino ai 18 metri? "È l'altra parola che devo mantenere
- assicura Diaz - Ci stiamo lavorando. Manca sempre meno. Questa
giornata la dedico a mia mamma, alla mia famiglia, a Fabrizio e
ai suoi cari. Sì, Fabrizio: il mio amico, allenatore, mental
coach, la mia guida, un idolo, una persona che ha i miei stessi
pensieri e stessi obiettivi, mi fa andare avanti e non mi fa
mollare mai".
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