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"Se da giovane mi avessero detto che
un giorno mi avrebbero consegnato questo premio, per giunta a
Milano, non ci avrei mai creduto" si è schernito l'attore
Vincent Lindon, coppa Volpi all'ultimo festival del cinema di
Venezia, ricevendo il Master ad honorem in Arti del
racconto-Letteratura, cinema e televisione allo Iulm di Milano.
"Con il suo viso mobilissimo e carismatico, unito a una voce che
sa modulare tutti gli stati emozionali di un essere umano, dalla
tenerezza al dolore, Vincent Lindon - si legge nelle motivazioni
del riconoscimento - è da qualche decennio uno dei riferimenti
più autorevoli, amati e apprezzati del cinema europeo".
Considerato l'erede di Jean Gabin e Yves Montand, negli anni '80
e '90, Lindon ha lavorato con registi come Bertrand Blier e
Claude Sautet, Claude Lelouch e Coline Serreau, mentre nel nuovo
millennio, grazie alla trilogia di Stephane Brizé 'La legge del
mercato', 'In guerra' e 'Un altro mondo', "riesce a dar vita -
gli riconosce lo Iulm - a personaggi che interpretano meglio di
chiunque altro le mutazioni del mondo del lavoro e le feroci
contraddizioni della società contemporanea". Senza nascondere la
commozione per un premio "che penso di meritare e non meritare,
perché vivo la vita come un paradosso, come ogni essere umano",
Lindon dal palco dell''auditorium dell'ateneo milanese ha
sottolineato cosa, a suo avviso, ci renda tutti simili: "tutto
ciò che facciamo è per far piacere ai nostri genitori, per
dimostrare loro che non hanno sbagliato a darci la vita". Anche
per questo, anziché un suo discorso personale, il 65enne attore
ha preferito affidarsi alle parole pronunciate da Albert Camus
nel 1957 per il premio Nobel. "Possiamo ancora leggere questo
discorso - ha spiegato una volta sceso dal palco - e trovarlo di
un'attualità sconvolgente, perché è un discorso universale", con
i suoi riferimenti alla verità e alla libertà, unici baluardi
contro la menzogna e l'oppressione. "E' il testo che rileggo da
quando so leggere, che ho scelto perché esprime meglio di me -
ha spiegato Lindon alla platea di studenti e docenti, alla
rettrice Valentina Garavaglia e alla commissione composta tra
gli altri dai professori Antonio Scurati, Gianni Canova e
Daniela Cardini - il nostro ruolo nel mondo, che spesso ci
opprime, e l'importanza di coltivare la cultura e il sentimento.
E' un discorso che parla a tutti, perché prima di essere un
artista, sono un essere umano". E come Camus aveva ringraziato
per il Nobel dedicandolo "a quelli che, combattendo la stessa
battaglia, non ne hanno ricevuto alcun privilegio", Lindon ha
voluto ringraziare lo Iulm "di avermi reso l'ambasciatore di
tutti gli artisti che non hanno la fortuna di essere conosciuti,
ma hanno un incredibile talento".
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